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Sgl Carbon, approvata la delibera sulla riconversione
I temi degli astenuti legati al perseguimento di finalità diverse dallo sviluppo del territorio
Carbon. Di per sé un atto generico, utile comunque a rispondere alle esigenze di un percorso ministeriale che si è connotato, per volere dello stesso Ministero dello Sviluppo economico, di accelerazione nella volontà di far procedere il progetto della Sgl Carbon, posto dalla Regione Marche come priorità regionale.
In ballo 30 milioni di euro da utilizzare per le infrastrutture di quell'area, punto di partenza e di stimolo per l'insediamento di tutte quelle aziende che hanno già dato l'adesione a partecipare al “disegno” di Polo scientifico e tecnologico che il presidente Massimo Rossi aveva fin dall'inizio ipotizzato come volano innovativo per la ripartenza del Piceno.
E se è vero che il Comune capofila, Ascoli Piceno, ha sonnecchiato, è anche vero che dietro gli sbuffi della locomotiva Provincia e del capotreno Regione alla fine si è posto nell'ottica del rispetto del giusto ritmo per viaggiare.
Così il sindaco Piero Celani, seppure alla vigilia della discussione della mozione di sfiducia nei suoi confronti, ha voluto tenere al di fuori delle dialettiche politiche un tema cruciale per la città e per il territorio e, dopo aver concordato con Provincia e Università la redazione della delibera d'indirizzo, ha portato l'atto al voto del Consiglio comunale.
La delibera è stata approvata con 24 voti a favore e 10 astenuti. Si sono astenuti coloro che pure avevano presentato emendamenti per migliorala quella delibera e quegli emendamenti erano stati approvati all'unanimità tranne che per il primo che ha registrato un astenuto. Costoro hanno motivato la propria astensione.
Hanno infiorettato giri di locuzioni e iperboli, anacoluti e ossimori (non vi preoccupate, questa frase non è per le persone normali, vale solo per i guru della politica ascolana, gli astenuti, gli altri possono saltarla a piè pari). In realtà recitavano nel gioco delle parti e... accidenti se si sono distinti. Da ieri fanno parte di coloro che hanno perso un'ulteriore occasione: pensare esclusivamente al bene della città e dei lavoratori.
Hanno invece dovuto e voluto seguire il canovaccio delle beghe interne di partito e di maggioranza per fini specularmente elettorali. Si trattava di votare una delibera che non implicava alcuna destinazione urbanistica, alla quale invece strumentalmente hanno trovato fantasmi nascosti. Fantasmi che non hanno voluto scacciare neppure dopo la presentazione lineare fatta dal professor Umberto Cao, preside della facoltà di Architettura.
E, ciliegina sulla torta, c'è chi ha pontificato aulicamente sulla presenza o meno dei 30 milioni, sul fatto che per quella delibera non c'era l'urgenza di approvazione. Un'attività che poteva fa rotolare all'infinito i cabbasisi di Montalbano.
La “giostra” è finita dopo la mezzanotte. Con qualche onorevole che ha dichiarato di essersi recato in compagnia di un collega al Ministero e ha verificato che non c'era alcun atto dal quale saltassero fuori i 30 milioni di euro.
A 20 mila euro al mese più i privilegi, pensione cumulabile compresa perché di vitalizio si tratta, e quindi 40 mila euro al mese per coppia di parlamentari ascolani, non era meglio che fossero tornati da Roma per dire:«Giacché non abbiamo trovato i 30 milioni perchè quel fondo il presidente del Consiglio Berlusconi lo ha tratto sotto il suo diretto controllo, abbiamo fatto carte false e alla fine possiamo dirvi che quei milioni per la nostra città, per rilanciare lo sviluppo del territorio li abbiamo recuperati...hip, hip urrà».
No, hanno annunciato un'interrogazione. Un'interrogazione che non servirà a nulla visto che quel finanziamento non è a rischio dato che il Ministero non ha affatto interrotto il percorso del progetto Sgl Carbon.
E nelle dichiarazione di voto di alte personalità finalmente la verità: si vota astenuto per scoprire il bluff dei 30 milioni di euro che non arriveranno mai (saltini di gioia, saltini di gioia e occhietti birbi). Hanno perso una grande occasione quei consiglieri del Pd (Allevi, Brandimarti, Casini, Firmani) e Catalucci (SD) e gli altri fuoriusciti all'ultimo secondo dalla maggioranza dopo averla sostenuta per 9 anni (Ciccanti, Manes, Boretti, Bachetti).
Stavolta il sindaco Piero Celani ha fatto una disamina chiara di quello che comportava il voto di quella delibera che non impegnava niente e nessuno, ma è stata uno sforzo inutile visti gli obiettivi in ballo sostanzialmente diversi: c'è chi pensa al bene della città (i 24 voti a favore che comprendono la parte della maggioranza, per l'opposizione i consiglieri del Pd (Censori, Filiaggi, Rocchi), l'Alveare (Caponi e Regnicoli) e Rifondazione Comunista (Cittadini e Mascetti). Gli altri, gli astenuti, sono attenti ad altre attività