/Rossi: Mandozzi è incollato con il mastice alla poltrona
Rossi: Mandozzi è incollato con il mastice alla poltrona
«Critica la politica dellamministrazione di cui fa parte e continua a restare al proprio posto»
Consiglio Provinciale nei giorni scorsi, non ho ancora capito quale sia il giudizio complessivo rispetto all’operato dell’Amministrazione da me guidata e rispetto al mio modo di amministrare. Se è negativo, come sembra di capire da dieci mesi a questa parte (cioè dopo le elezioni politiche dell’aprile 2008…), non vedo perché gli stessi esponenti vogliano sottopormi alle “primarie” per un’eventuale nuova candidatura alla guida della Provincia.
Forse, qualora vincessi le “primarie”, diventerei di colpo bravo ed idoneo a guidare l’Amministrazione per un nuovo mandato con la loro partecipazione? Bella coerenza! Se questo fosse vero, vorrebbe dire che, mentre per quanto mi riguarda, assumere un impegno di governo significa comporre una “squadra” compatta e competente ed impegnarla su un progetto per il territorio, per loro il problema è solo vincere le elezioni ed occupare posizioni da spartirsi.
Personalmente sono lontano anni luce da questa visione della politica e temo che sempre più ne siano nauseati i cittadini. Sono lontano anni luce da una politica e da politici che, al momento “opportuno”, usano argomenti e problemi (lavoro, infrastrutture, ambiente, ...), come avvenuto nel Consiglio Provinciale sul Bilancio, solo in chiave di scontro e contrapposizione, infischiandosene della maggiore necessità di coesione in momenti di crisi come quello attuale. Da ciò, ore e ore di stucchevoli discussioni su improbabili emendamenti poi ritirati o stravolti, pur di lanciare “segnali” all’esterno (in vista delle elezioni?) come ripetuto in maniera ossessiva dagli stessi esponenti. Al di là delle parole, basta vedere la registrazione della seduta consiliare in questione sul sito web della Provincia www.provincia.ap.it/novita/newsdett/tv/consiglio.asp
Per queste ragioni non sono disposto a candidarmi a rappresentare esponenti, o forze politiche da essi manovrate, che non condividono un progetto e un metodo di lavoro.
Sono al contrario disponibile, o meglio ne sento il dovere, di sottoporre al giudizio dei cittadini l’operato della mia Amministrazione, mettendo loro nelle condizioni di poter decidere (senza paure o drammi) se proseguire nel solco del progetto avviato o cambiare programma e squadra di governo.
Quello che il PD ascolano vuole eludere è un giudizio sul programma svolto, altrimenti emergerebbero mastodontiche contraddizioni e verrebbe svergognata la strumentale manovra messa in atto negli ultimi mesi al solo fine di piazzare un loro uomo alla guida della Provincia.
Basterebbe leggere gli interventi degli stessi consiglieri del PD, ad esempio nella seduta consiliare del 12 marzo del 2008 in occasione dell’approvazione del precedente bilancio, quando gli stessi esaltavano testualmente ”la grande mole di lavoro che questa Giunta e questa maggioranza stanno portando avanti” mettendo in evidenza “la chiarezza di idee, di programmi, e linee che si vuole seguire per il futuro del nostro territorio, con una visione di insieme molto ampia ma allo stesso tempo molto concreta”, al punto da rivendicare a questa Giunta “scelte fondamentali che delineano il futuro del nuovo Piceno…”.
Cosa è cambiato da un anno a questa parte? Come si giustificano le continue attuali esternazioni del Vice Presidente Mandozzi con le quali egli allude alla necessità di una diversa politica “del fare” di cui ci sarebbe bisogno: come se lui in questi anni fosse stato da un’altra parte e non sapesse che l’Amministrazione ha investito ad esempio ben 120 milioni di euro in infrastrutture stradali e scolastiche e quasi 20 milioni in azioni per rafforzare il capitale umano della provincia! Seguendo il suo stile, che non si addice neppure alla più demagogica delle opposizioni, sarebbe troppo facile imputargli l’attuale crisi del Piceno, dato che proprio lui ha gestito negli ultimi anni la delega delle politiche del lavoro!
In realtà, alla luce di quanto sta avvenendo, a molti piacerebbe conoscere il “mastice” che lo tiene incollato alla poltrona visto che certamente è il primo e l’unico caso (almeno in Europa…) di amministratore che critica la politica dell’amministrazione di cui fa parte e continua a restare al proprio posto, già candidato alle elezioni contro il Presidente in carica che lo ha nominato e delegato.
Ma questo forse rientra coerentemente nella logica di scontro preelettorale messa in atto dagli attuali responsabili del PD ascolano: in fondo è molto più produttivo cercare consensi approfittando della visibilità e delle risorse assicurate da un posto e da una delega di assessore!».