passeggeri, cantieristica, pesca, turismo e diporto. Sono gli obiettivi della proposta di Piano regionale dei porti, adottata dalla Regione Marche e pubblicata sul Bollettino ufficiale n. 4 del 16 gennaio 2009. Da questa data parte il termine di 60 giorni entro il quale i sindaci dei comuni costieri e gli altri soggetti interessati possono trasmettere, alla Regione, eventuali osservazioni scritte. Dopo ulteriori 60 giorni per le contro deduzioni, la proposta di Piano verrà inviata in Consiglio regionale per l’approvazione da parte dell’assemblea. Copia della documentazione, necessaria per predisporre le osservazioni, è reperibile sul sito della Regione Marche: (http://www.regione.marche.it) e presso le segreterie del servizio Governo del Territorio e Lavori Pubblici.
“Il Piano regionale di porti – evidenzia l’assessore ai Porti, Lidio Rocchi – rappresenta un vero piano di settore, in quanto indica gli obiettivi di sviluppo regionale nell’ambito della portualità. Le linee guida del programma di governo ribadiscono l’esigenza di rafforzare le infrastrutture per creare un’efficace rete di mobilità. Nella programmazione strategica viene individuato il Piano dei porti come strumento essenziale per valorizzare le potenzialità turistiche ed economiche della fascia costiera”. Rocchi ripercorre le tappe che hanno portato alla stesura della proposta: “A seguito dello sviluppo delle attività marittime, è avvenuto un cambiamento della situazione di mercato che ha imposto, per alcuni porti, notevoli opere di ampliamento e ristrutturazione delle infrastrutture a servizio delle esigenze commerciali, dei passeggeri, della pesca, della cantieristica, del turismo e del diporto. È proprio nel settore della nautica che si sono manifestati i processi di trasformazione più rapidi, con incremento dei posti barca. Il Piano regionale intende ordinare l’intera materia con una corretta e unitaria pianificazione del territorio, in modo da offrire una piattaforma programmatica che assicuri uno sviluppo sostenibile dei settori coinvolti”.
SCHEDA. I porti marchigiani di interesse regionale sono otto: Pesaro, Fano, Senigallia, Ancona, Numana, Civitanova Marche, Porto San Giorgio, San Benedetto del Tronto. Lo Stato ha competenze sugli scali di Ancona (difesa militare e Autorità portuale), Pesaro e San Benedetto del Tronto, anche se questi ultimi due sono destinati a divenire di esclusiva autorità della Regione (legge 84/94). Il Piano si propone di disciplinare aspetti legati ai trasporti e alla logistica, alla pianificazione urbanistica, all’economia di settore (pesca, turismo, cantieristica…), all’ambiente. Viene valutata anche la possibilità di realizzare nuove strutture lungo il litorale marchigiano. Sulla base delle previsioni regionali e delle prospettive di sviluppo locali, viene stimato un investimento pluriennale di 660 milioni di euro, da reperire tra fondi pubblici e privati (concessioni demaniali per strutture specialistiche: nautica da diporto, cantieristica, pesca, commercio, servizi ai passeggeri). Questa la ripartizione della spesa pluriennale, per singolo porto, una volta reperiti i fondi pubblici e privati necessari: Pesaro, 60 milioni; Fano, 40 milioni; Senigallia, 25 milioni; Ancona, 400 milioni (comprensivi delle difese esterne e dei collegamenti ferroviari e stradali); Numana, 20 milioni; Civitanova Marche, 38 milioni, Porto San Giorgio, 15 milioni; San Benedetto del Tronto 45 milioni. Sono stimati anche 17 milioni destinati a punti di ormeggio lungo la costa. Si prevede, inoltre, di elevare a 9.500, gli attuali 5.500 posti barca da diporto esistenti.