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Divisione personale, Cgil: individuare le diverse professionalità
«L'accordo garantisca il diritto di veder tutelata la propria sede di lavoro»
gennaio 2009 alla presenza dei segretari confederali di Ascoli e Fermo, Collina e Pertoldi e al segretario generale regionale FP CGIL Giuseppe Cuccitto, per discutere la divisione della provincia di Ascoli Piceno.
Il Comitato FP CGIL stigmatizza le numerose affermazioni diffuse dalla stampa locale di politici, che offendono la dignità dei pubblici dipendenti, contribuendo all'opera di denigrazione del ruolo del servizio pubblico e di coloro che ne sono i protagonisti.
La CGIL riafferma la gravità di una legge, non sostenuta da finanziamenti aggiuntivi, e praticamente ignorata da tutti i livelli istituzionali.
L’istituzione delle due nuove Province rappresenta un evento straordinario che deve interessare tutti i livelli istituzionali non esclusa la Regione Marche.
Si è di fronte al concreto rischio di arrivare all’appuntamento per l’istituzione delle due nuove Province di Ascoli Piceno e di Fermo in ritardo e con soluzioni raffazzonate, che si ripercuoteranno sul livello qualitativo dei servizi e sugli stessi lavoratori degli Enti.
La riflessione sulla strutturazione della nuova provincia di Fermo, che dovrà essere posta nelle condizioni di piena operatività dal momento dell’elezione degli organi politici (consiglio provinciale e presidente), non può prescindere da una valutazione attenta sul personale necessario a garantire tale operatività.
Non sarebbe conciliabile la garanzia delle funzioni amministrative, che la vigente normativa assegna alle province, con una struttura organizzativa nella quale non siano presenti tutte le necessarie professionalità.
In tal senso riteniamo che vada elaborata una proposta di dotazione organica che non si limiti a determinare il solo numero dei dipendenti necessari alla nuova provincia di Fermo, ma individui le diverse “professionalità” da assicurare in ogni settore funzionale di intervento della nuova amministrazione provinciale.
Inoltre, stante la presenza nella attuale Provincia di Ascoli di una significativa quota di lavoratori precari, occorre procedere alla loro stabilizzazione, sia per continuare a garantire un adeguato livello di servizi ai cittadini dei due territori interessati, sia per dare una risposta alle aspettative di giovani lavoratori che da anni svolgono un’attività qualificata senza la sicurezza del giusto riconoscimento di un regolare contratto di lavoro.
Riteniamo fondamentale considerare il dato oggettivo rappresentato dai livelli retributivi dei lavoratori della attuale Provincia di Ascoli che dovranno essere assegnati alla nuova Provincia di Fermo. Parliamo di lavoratori che hanno retribuzioni medie di 1.000 / 1.300 euro mensili, che non potranno sostenere l’onere del trasferimento senza adeguati incentivi economici.
Indispensabile pertanto raggiungere un accordo che garantisca il diritto di veder tutelata la propria sede di lavoro e in caso contrario mettere in atto tutti gli strumenti contrattuali per remunerare il disagio creato e i maggiori costi da sostenere».