Il PD piceno tra Brunetta e la Lega

Il PD piceno tra Brunetta e la Lega

Perché gli assessori non si autoriducono indennità e benefit?

Non si capisce infatti da quando il PD ha scelto di sposare la crociata del Ministro Brunetta contro i dipendenti pubblici e di alimentare guerre tra poveri e prese di posizioni populiste che sino ad oggi avevano visto probabilmente solo rappresentanti della Lega tra i propositori.
Gli assessori ed i vertici piceni del PD sparano contro una bozza di accordo frutto di mesi di trattative che il sindacato e l’Amministrazione Provinciale hanno condotto in seguito ad una scelta scellerata, quella della divisione del territorio, voluta dalla politica ed il cui prezzo oggi si vuol far pagare ai lavoratori.
Da quando si è scoperto che attaccare i diritti dei lavoratori aiuta chi non è occupato o ha perso il lavoro? Da sempre la forza e la maturità della sinistra è stata nell’aver capito che è anche garantendo i diritti di chi oggi è occupato e non delegittimando una forza sociale quale il sindacato, che si lotta concretamente per garantire i diritti di tutti.
Cosa c’è di scandaloso nel raggiungere un accordo che garantisca il diritto a veder tutelata la propria sede di lavoro?
E’ vero, ogni giorno tanta gente si sposta a proprie spese per raggiungere il proprio posto di lavoro ma, da sempre, nel pubblico e nel privato, quando la sede di lavoro, come in questo caso, viene mutata , si affida alla concertazione sindacale la remunerazione del disagio creato e dei maggiori costi da sostenere.
Anche in riferimento a recenti trasferimenti di personale all’interno della nostra regione in seguito a  trasferimento di competenze, non sembra si siano adottati criteri tanto difformi: come mai quei casi, centinaia in tutta la regione, nei quali si è addirittura remunerato il “disagio” conseguente al cambio della carta intestata dell’Ente, non hanno creato alcun clamore?
Non appare morale il fatto che ad un dipendente che mediamente guadagna 1200 euro venga rimborsato non il disagio, si badi bene, che sarebbe di gran lunga superiore considerando le ore necessarie ogni giorno per raggiungere la nuova sede di lavoro, ma il costo sostenuto  per recarsi a lavorare a decine di chilometri di distanza?
E’ allora moralmente più accettabile il fatto che un assessore, oltre ad altri benefit quali l’uso gratuito del telefonino, il rimborso delle spese di trasporto (quando addirittura non l’autista e l’auto blu) si metta in tasca, ogni mese, 4 volte quello che guadagna un cassintegrato e 3 almeno volte un dipendente medio della provincia? Visto che con la creazione del nuovo Ente si raddoppia il numero degli assessori e quindi i costi perché non iniziate con l’autoriduzione dell’indennità a favore dei tanti senza lavoro? 
E, per finire, sono moralmente meno riprovevoli incarichi e consulenze da enti pubblici erogati spesso senza alcun beneficio per i cittadini?
Su questo, è certo, sappiamo già cosa Gian Antonio Stella pensa e allora il populismo lasciamolo a chi non ha potere di fare altro: una forza di governo qual è il PD invece di lanciare proclami ed alimentare immorali, queste si, guerre tra poveri, faccia le proprie scelte con coerenza e stia, come sua tradizione, dalla parte dei lavoratori, lasciando ad altri il qualunquismo.