Il sindaco: «Non vorrei che ora qualcuno abbia interesse a turbare lasta pubblica»
L’imprenditore ascolano, apprendo dalla stampa locale, è pronto a fare un’offerta vantaggiosissima. “Propongo – dice Orsini - di eseguire i lavori del Polo Universitario con uno sconto del 50% sul più recente piano economico presentato, cioè con una riduzione di circa 15 milioni di euro..”
Davvero una proposta molto allettante.
Ma. Ma se la memoria non mi inganna e le carte a mia disposizione dicono che ricordo ancora bene, lo stesso imprenditore, con l’ATI Imar, aveva partecipato al bando di gara, poi aggiudicato all’ATI Travaglini, proponendo, carta canta: l’acquisizione di tutto il complesso ex Mazzoni (compresa l’ex Maternità oggi sede dello Spontini) per poi rivenderlo ad un Ente previdenziale dal quale il Comune avrebbe dovuto assumere la locazione dello stesso immobile per 12 anni al modico prezzo, quantificato per il solo 1° biennio, in 3 miliardi e 772 milioni del vecchio conio!!
E’ forse questa la vantaggiosa offerta?
Secondo quella offerta l’Università avrebbe dovuto pagare a vita l’affitto per la didattica. Senza dimenticare che la stessa offerta aveva una validità di 12 anni e poi?
Ma diciamola tutta. L’ATI Imar, di cui l’imprenditore Emidio Orsini faceva parte, bontà sua, avrebbe dato un contributo locativo, una tantum (nei 12 anni) di 4 miliardi e mezzo, sempre del vecchio conio.
Praticamente avrebbe pagato la prima rata.
Ma di più. Quell’ATI non avrebbe assunto alcun onere per la gestione. Nel progetto l’Imar non prevedeva nel suo piano integrato di intervento “alcuna attività di gestione di servizi collaterali” quali la mensa, il parcheggio, ecc.
Quell’offerta era quindi una mera operazione immobiliare dalla quale avrebbe sortito un grosso rischio soltanto per il Comune inteso sia come soggetto di diritto patrimoniale ma anche come soggetto portatore di interessi della propria collettività in quanto vi era una assenza totale della gestione di servizi essenziali per la vita dell’utenza universitaria.
Per questi motivi l’offerta di Orsini e dell’ATI Imar fu dichiarata irricevibile.
Altro che offerta vantaggiosa!
Ad Orsini, poi, faccio notare che non voglio far “credere che la procedura seguita per l’affidamento dell’appalto sia stata regolare….” perché è stata ed è assolutamente regolare e se dopo 8 anni ancora non se ne esce, beh! Non grido certo al lupo ma qualche sospetto ce l’ho.
E’ stato un percorso ad ostacoli. Ogni volta che ne superavamo uno se ne aggiungeva uno nuovo.
Nella vicenda sono intervenuti, a vario titolo, anche grazie agli esposti presentati da Orsini e dall’ATI Imar: Tar, Dipartimento delle Politiche Comunitarie presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Autorità di Vigilanza sui Lavori Pubblici, Collegio di Vigilanza dei Prusst, la Regione Marche attraverso il Nucleo di Valutazione del Project Financing.
Ed ogni volta, ad ogni passaggio, ad ogni controllo di questi organismi, la procedura del Comune di Ascoli è stata sempre, ripeto, sempre, riconosciuta corretta.
E ora ci si parla di trasparenza!?
Non vorrei invece (a pensar male si pecca ma qualche volta ci si azzecca) che ora qualcuno abbia interesse a turbare l’asta pubblica che dovrà essere bandita con bando europeo.
Certo che quell’offerta di Orsini era davvero singolare.
Vediamo. Dapprima avrebbe preso ben 14.346 mq di superficie coperta su più piani (praticamente tutto l’ex Mazzoni) e poi ce lo riaffittava a 3,7 miliardi di vecchie lire per ogni biennio e per soli 12 anni. E poi?
Ah! Dimenticavo. Naturalmente avrebbe preso anche il finanziamento pubblico di 15 miliardi.
Comunque prendo atto della sua vantaggiosissima offerta e lo invito a partecipare all’asta europea.
Sono sicuro che con il suo super sconto del 50% non avrà problemi a sbaragliare la concorrenza.
E dato che c’è perché non fare il 60%?».