Canzian, tutti uniti per il progetto Carbon

Canzian, tutti uniti per il progetto Carbon

Necessario il coinvolgimento pieno e convinto anche delle imprese più dinamiche del territorio

rischia purtroppo di passare in secondo piano il più consistente finanziamento statale degli ultimi decenni (30 milioni di euro!) assegnato al nostro territorio e finalizzato allo sviluppo del sistema produttivo locale.  
La sfida di creare un Polo scientifico e tecnologico nell’area della SGL Carbon e di trasformare un grande spazio industriale nel cuore di Ascoli in un Centro di ricerca d’eccellenza deve vedere coinvolti tutti: amministratori locali, imprese, forze sociali, sindacati, università.  Un Polo che sarà al servizio del sistema produttivo dell’intero territorio provinciale, che potrà essere propulsore di un modo nuovo di produrre lavoro, conoscenza, ricchezza nel quale troveranno posto strutture dedicate alla ricerca,   all’abitare sostenibile e a nuove forme e tecnologie dell’architettura “a impatto zero”. Solo un sogno? Niente affatto. 
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha giudicato meritevole di essere finanziato il progetto di riconversione della SGL Carbon.  Esso prevede che nel Polo scientifico possano trovare spazio laboratori  dove si sperimenta, ad esempio, la creazione di nuovi materiali, la possibilità di  ottenere maggiore efficienza dai sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili o anche  sostenere la ricerca di chi già in questo territorio è impegnato a cercare nuovi prodotti.
Non solo: il Polo farà parte di un più ampio Parco urbano immerso nel verde nel quale si possano integrare funzioni residenziali, culturali, ludico-ricreative come percorsi della salute, piste ciclabili ed altro. E’ previsto un investimento complessivo di 112 milioni di euro, di cui una parte di provenienza pubblica ed un’altra investita dalle aziende che sceglieranno di insediarsi nel Polo: le prime manifestazioni di interesse sono già state formalizzate anche da grandi gruppi operanti proprio nel campo della ricerca e dello sviluppo.
Ora è necessario il coinvolgimento pieno e convinto anche delle imprese più dinamiche del territorio. Ma è anche necessario l’avvio di un percorso partecipativo che coinvolga l’intera comunità nelle sue varie articolazioni in modo da rendere questo obiettivo condiviso. Ma questa grande e decisiva sfida si gioca non solo sulle idee, ma anche sui tempi: dopo il decreto di assegnazione delle risorse, ormai imminente, si avranno a disposizione 365 giorni per giungere all’accordo di programma tra i soggetti interessati.
La Provincia e la Regione hanno già conferito all’Università di Camerino e a Tecnomarche i primi incarichi per passare dallo studio di fattibilità al progetto preliminare. Ora è fondamentale, pena il fallimento, che il Comune predisponga la variante urbanistica necessaria per definire le destinazioni dell’area: senza questo passaggio si rischia infatti di perdere questa straordinaria opportunità, una delle poche, ad oggi, per rilanciare il ruolo della città capoluogo, per trattenere le migliori intelligenze altrimenti destinate ad emigrare altrove, per affrontare concretamente le difficoltà occupazionali (l’intervento, a regime, occuperà 450 unità). E’ pertanto necessario bandire scetticismi, tatticismi e perdite di tempo: la posta in gioco questa volta è troppo alta per farsela sfuggire.  Su un obiettivo come questo non c’è campagna elettorale o appartenenza politica che tenga: cogliamolo e i meriti saranno di tutti!