PSE, a Madrid si discute il programma 2009

PSE, a Madrid si discute il programma 2009

Rasmussen: "Noi crediamo in una economia sociale di mercato"

socialista europeo, radunatisi per elaborare la piattaforma programmatica per le prossime elezioni europee di giugno 2009. La partecipazione dei delegati, provenienti dai 27 Paesi, è stata ampia ed è stata preceduta da una lunga fase di ascolto lanciata via internet ai militanti europei, dai quali sono stati raccolti commenti e suggerimenti sulle priorità politiche del PSE .
Nel Manifesto programmatico vengono identificate le sfide da affrontare; dalla crisi economica a quella del cambiamento climatico,dal diritto ad un lavoro decente e duraturo alla immigrazione, alla partecipazione democratica dei cittadini nella presa  condivisa delle decisioni. Strutturato in 6 capitoli il documento inizia affrontando il tema del rilancio dell’economia e delle azioni da intraprendere. La crisi ha dimostrato la necessità di un’Europa unita e coordinata per dare aiuto e protezione ai risparmi dei cittadini, è necessario – dice il documento – proporre una riforma dei mercati finanziari con regole per tutti gli attori  in gioco. E’ necessario combattere il riciclaggio di denaro sporco nella UE e porre fine alle situazioni dei paradisi fiscali. Per rilanciare l’economia  il PSE deve porre in atto una strategia europea per una crescita ecologica ed intelligente, in grado di creare 10 milioni di posti di lavoro entro il 2020 con almeno 2 milioni di posti solo nel settore delle energie rinnovabili. Particolare enfasi viene posta nel settore delle reti infrastrutturali, nello sviluppo dei trasporti combinati con le ferrovie, e nel sostegno alle azioni che stanno conducendo molti sindaci delle città europee sulla mobilità urbana.
Il manifesto propone, sul mercato interno, ampio sostegno alle piccole e medie imprese considerate “la spina dorsale dell’economia europea in grado di offrire occupazione ad una larga parte dei lavoratori.”
Si parla anche di un accordo con le altre forze politiche per un Patto Europeo per il Progresso sociale, che preveda standards nazionali per la salute, politiche educative e per la sicurezza sociale, in grado di combattere le povertà e le ineguaglianze.
Sul cambiamento climatico occorre, prosegue il documento,una direttiva europea che assicuri incentivi  ed investimenti per una rete di trasporto dell’energia  in grado di trasportare in modo efficiente, l’energia eolica prodotta in alto mare nell’Europa occidentale e quella solare prodotta nei Paesi del sud Europa.
Tutti i delegati hanno convenuto che rimangono persistenti diseguaglianze,tra parità uomo-donna.  Le donne europee guadagnano in media il 15% in meno rispetto gli uomini pur facendo lo stesso lavoro, e subiscono peggiori condizioni di inserimento e sfruttamernto.
Per rendere la parità una realtà, si propone di creare una Carta Europea per i diritti delle donne che introduca anche gli stessi diritti di congedo parentale per uomini e donne. Il Manifesto esamina anche i flussi migratori e propone, di stabilire uno standard europeo comune per l’immigrazione legale basato sulla solidarietà, mentre invita i governi a combattere quella illegale attraverso un efficace controllo di polizia europeo alle frontiere.
I delegati si sono trovati d’accordo nel ruolo che l’Unione europea deve avere come attore globale per sostenere la pace, lo sviluppo e la sicurezza promuovendo partnership con aree geografiche confinanti con l’UE ma anche con l’India, la Cina e con l’Africa.
“Noi crediamo in una economia sociale di mercato – ha detto il presidente del PSE Poul Rasmussen – crediamo nella solidarietà fra generazioni, non nell’individualismo. Possiamo costruire una società più giusta mettendo le persone e non gli affari al primo posto. Dobbiamo portare l’Europa in una nuova direzione nel giugno 2009.”

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