Consind, approvata la proposta di riordino

Consind, approvata la proposta di riordino

In Consiglio la Provincia e la Camera di commercio di Ascoli , 31 Comuni, 2 comunità montane

delle valli del Tronto, dell'Aso e del Tesino, nuova denominazione del consorzio per l'industrializzazione (Consind). «La legge - ha spiegato la relatrice di maggioranza Adriana Mollaroli (Pd-Ds) - riduce il consiglio del consorzio e modifica la composizione dell'ente, mettendo in grado il consiglio generale uscente di varare un nuovo statuto che va in direzione di una razionalizzazione complessiva».
Esce dal consorzio il rappresentante della Finanziaria regionale, «perché è cambiato il quadro normativo». Del consiglio fanno parte la Provincia di Ascoli Piceno, 31 Comuni, due comunità montane e la Camera di commercio di Ascoli Piceno.
La relatrice di minoranza Franca Romagnoli (Pdl-An) ha ricordato che il Consind «ha trovato la sua ragion d'essere come recettore dei finanziamenti della Cassa del Mezzogiorno, ma dal 1996 si è trasformato in un apparato burocratrico elefantiaco senza identità, di cui si è occupata anche la Corte dei Conti. Non siamo contrari ad uno snellimento - ha aggiunto - ma l'intervento di oggi è tardivo e insufficiente».
Nel dibattito sono intervenuti Guido Castelli (Pdl-An), che ha auspicato il recepimento degli emendamenti dell'opposizione, e Antonio D'Isidoro (Sdi). Durante il voto è stata approvata una modifica che prevede l'assegnazione all'opposizione di un rappresentante su tre di quelli espressi dai Comuni più grandi.

Castelli: con questa "leggina" Spacca elude il problema
«Si tratta di una leggina che non affronta le questioni fondamentali dello sviluppo industriale del Piceno – ha commentato il consigliere regionale del PDL Guido Castelli – e che, soprattutto, non risolve le contraddizioni di un ente da sempre molto controverso. Ritengo grave che il centro-sinistra, in particolare, abbia respinto l’emendamento che introduceva il principio del “voto pesato” (già in vigore presso l’ATO delle Acque).
Il principio, cioè, secondo il quale ogni comune conta in proporzione al numero degli abitanti ed alla superficie territoriale. Con il collega Santori, inoltre, mi sono battuto affinché le funzioni urbanistiche del Consind fossero riassegnate ai comuni. Purtroppo, anche in questo caso, la maggioranza di centro- sinistra ha fatto orecchie da mercante ed è rimasto sorda ad una richiesta che, al contrario, sale in modo molto chiaro dal territorio e dalle imprese.
La sensazione che ho avuto è che Gian Mario Spacca, con questo micro-intervento normativo abbia voluto fingere di dar seguito all’impegno assunto con l’Assindustria di Ascoli qualche mese fa. L’impegno di commissariare un ente che i rappresentanti degli industriali ascolani ritengono inutile e, per certi versi dannoso. Con questa leggina però Spacca ha eluso il problema e non ha certo corrisposto agli auspici del Presidente Federici.
Nel corso della discussione sono stati accolti due emendamenti di Castelli. Il primo rimanda alla volontà dell’assemblea la decisione di mantenere nel novero dei soci del Consind le due comunità montante e la Camera di Commercio. Il secondo, invece, introduce un meccanismo di tutela della minoranza nella designazione dei rappresentanti dei comuni in seno al consiglio generale dell’ente».