L'Unione europea ed il piano antirecessione

L'Unione europea ed il piano antirecessione

Sono stati stanziati ben 200 miliardi di euro pari all’1,5% del PIL della Ue

economica. Sono stati stanziati ben 200 miliardi di euro pari all’1,5%del PIL della UE; di questi “170 miliardi verranno messi a disposizione dagli Stati membri” ha detto il presidente delle Commissione Manuel Barroso e “30 miliardi dalla Banca Europea degli investimenti. Le misure che gli Stati membri adotteranno possono non essere simili ma tutte dovranno essere coordinate”. La somma stanziata tiene conto dei piani anticrisi varati uno in Germania, con l’aiuto al settore auto in grave recessione e l’altro nel Regno Unito ove è stata decisa una riduzione temporanea dell’IVA per generare “un impulso  al sostegno dei consumi”.
Per questo piano anticrisi la UE ha diviso i 27 Paesi in tre gruppi a seconda delle condizioni di bilancio: nel primo gruppo vi sono i virtuosi, cioè coloro che hanno margini sufficienti di flessibilità previsti dal patto di stabilità; nel secondo quelli che hanno esigui margini di manovra, nel terzo gruppo quelli come noi e l’Irlanda che siamo in condizioni di finanza pubblica instabile.
Mentre qualche giorno fa,nei corridoi di Bruxelles si parlava di misure temporanee di bilancio per un periodo di due anni (2009 e 2010), ieri il commissario UE per gli Affari economici Joaquim Almunia ha gelato le aspettative precisando che “per affrontare la crisi economica, agli Stati membri sarà concesso uno sforamento del 3% del Pil per un periodo ridotto di non oltre un anno”.         
La crisi dell’auto ha convinto la Commissione a prevedere aiuti a tale settore per un totale di 5 miliardi di euro,mediante prestiti alle case automobilistiche ed ai fornitori per “finanziare produzioni innovative con tecnologie pulite e prestazioni ecologiche, per utilizzare energia rinnovabile e verde. La previsione è di ridurre anche le tasse di registrazione e di circolazione  delle auto a bassa emissione di anidride carbonica”.
La Banca europea degli investimenti  interverrà per aiuti alle piccole e medie imprese con 15,6 miliardi di euro sia nel 2009 che nel 2010.
Per quanto riguarda l’Italia Tremonti ieri ha pubblicizzato,come primo provvedimento di aiuto, la social card per 1.400.000 cittadini che hanno un reddito non superiore ai 6000 euro l’anno ,cioè una carta tipo  bancomat spendibile per gli acquisti di prodotti alimentari.  Ha parlato anche di detassazione degli straordinari,detrazioni Irap, sblocco dei pagamenti della Pubblica amministrazione, interventi sulle banche per evitare restrizioni di credito alle aziende,e  sui mutui. Da alcune associazioni di consumatori è stato proposto e  suggerito anche nel corso della trasmissione televisiva “Ballarò” di martedì scorso dall’on.Di Pietro, di agganciare i tassi dei mutui al tasso della Banca centrale europea, attualmente  al 3,25% e suscettibile, a breve, di ulteriore ribasso, anziché all’Euribor - tasso privato definito dai banchieri italiani -  pari in media  al 5,86% superiore di ben mezzo punto a quello  europeo  che è al 5,31%. Lo stesso governatore della Banca d’Italia Mario Draghi nei giorni scorsi ha invitato le banche “a trovare parametri per calcolare il tasso sui mutui, più strettamente collegati all’effettivo costo della raccolta.”
Non è giusto che i cittadini paghino le resistenze delle banche,  i primi segnali positivi arrivano proprio da queste, poichè  qualcuna ha già iniziato ad offrire un tasso di interesse agganciato a quello ufficiale della Bce e non a quello interbancario, offrendo maggiore trasparenza.

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