Primarie Pd, chi ci convince e chi no

Primarie Pd, chi ci convince e chi no

In lizza Peppe Brandimarti, Antonio Canzian e Emilio Pignoloni

Abbiamo assistito alla presentazione del programma elettorale. E ci siamo formati un'opinione che sottoponiamo ai nostri lettori valutando anche altri elementi che caratterizzano i tre partecipanti alle primarie.
Emilio Pignoloni, il più giovane dei tre, paga lo scotto dell'inesperienza in campo politico, ma questa potrebbe, in altra chiave di lettura, essere un fatto positivo.
Senonché la comunicazione di un programma alla gente dovrebbe essere chiara, comprensibile, limitatamente articolata per centrare gli obiettivi programmatici di maggiore impatto sulla vita futura della nostra città, riscuotere interesse sulle tematiche proposte e, di conseguenza, spingere ad una scelta elettorale sul programma. Peppe Brandimarti è certamente il più vecchio dal punto di vista dell'esperienza politica.
Nel suo intervento c'è stato un riscontro dettagliato di quella che è stata la vicenda del Polo universitario, con vis polemica contro l'amministrazione Celani, rea di aver bloccato di fatto l'università ad Ascoli.
Gli elementi di novità rispetto al futuro della città però, posto che tutti e tre i candidati partivano dal programma per Ascoli del Pd, sono arrivati in modo chiaro, sintetico quanto dovuto e inequivocabili, da Antonio Canzian, attualmente assessore all'urbanistica della Provincia di Ascoli. Superiamo i talenti personali dei tre candidati per disegnare la figura politica.
Pignoloni cerca di porre a proprio vantaggio l'età: essendo il più giovane spera di attirare proprio i giovani a sceglierlo. Ma crediamo che l'età da sola non possa rappresentare l'unico bagaglio ideale per una figura che possa permeare di innovazione lo sviluppo della città futura, del capoluogo: ci vogliono idee.
E quando si tratta di scegliere un nuovo percorso certo la gente si guarda anche indietro per non commettere errori: la storia è maestra di vita dicevano i “padri latini”. EMILIO PIGNOLONI
Cosicché diventa evidente che Peppe Brandimarti vanti un esperienza politica lunga che lo vede vice sindaco nell'amministrazione comunale retta allora dal sindaco, oggi onorevole, Amedeo Ciccanti. Bene, di quell'amministrazione, non ce ne vorrete, non riusciamo a ricordare “Pantheon o Colossei” ad Ascoli. E ultimamente su un quotidiano locale abbiamo letto che a Brandimarti la voglia di tornare alla politica attiva è arrivata quando ha visto che i figli sono stati costretti, per lavorare, ad andare fuori Ascoli. In molti potrebbero dire che in questa città, tranne per alcuni con i “santi in paradiso”, quella strada è stata sempre la più battuta.
Ma quello che più non ci convince circa la chiarezza dei suoi intenti sta nelle dichiarazioni che appaiono sui giornali e spesso si contraddicono. Nel corso di un dibattito Brandimarti dichiara che «mai ci potrà essere nel Pd l'accordo con Ciccanti e l'Udc; anche se lo dice, forse l'onorevole Luciano Agostini si riferisce ad una situazione regionale.
Molti nel partito non voterebbero all'accordo con Ciccanti». Negli ultimi giorni, stante il diktat dell'onorevole Luciano “Darwin” Agostini, Peppe Brandimarti invece è aperto all'Udc. Una situazione che PEPPE BRANDIMARTIancora una volta, visto che Agostini ha sponsorizzato con risoluzione il candidato Brandimarti, denota la pochezza del Pd ascolano che non riesce a ragionare da solo senza la “balia” di Offida. E gli ascolani che ricordano la cocciutaggine e il coraggio nell'affrontare Pompeo Strabone, cioè l'esercito romano in battaglia, e di resistergli un bel po' prima di essere vinti, oggi non si riconoscono più in questa accondiscendenza plebea di fronte al feudatario del “castello offidano”. E ancora restano palesi le tracce di ancoraggio all'amico sindaco di allora, Amedeo Ciccanti che esterna ai giornali la sua convinzione sulle capacità dei candidati Pd alle primarie: meglio votare Canzian, è il più debole, così il candidato di centrodestra avrà vita facile.
Dunque l'onorevole Amedeo “volpe” Ciccanti invita tra le righe a votare quello che secondo lui è il vincente: l'amico da sempre Peppe Brandimarti. E, nel frattempo, fa voce grossa col centrodestra in vista di un accordo col Pd, ovvio, la parte che sta con Brandimarti. Noi siamo convinti che questa città abbia voglia di togliersi di dosso una “zavorra” che l'ha lasciato nei decenni immobile. La colpa di questo immobilismo non è solo del sindaco Celani, ma anche di Ciccanti che lo ha sostenuto fino ad ora: avrà avuto i suoi tornaconti. Non lo mettiamo in dubbio, ma c'è da chiedersi: «sono gli stessi utili agli ascolani?».
Che ci convince poi di più in questi ultimi giorni del candidato Antonio Canzian? Sa rispondere con ferma pacatezza, forte di chi ha chiare idee in testa per far decollare Ascoli, agli insulti che arrivano da certo Domenico Procaccini, con Peppe Brandimarti a fianco che non si dissocia. Secondo l'illuminato politico Procaccini, Canzian ha colpe, da assessore provinciale, di non aver ostacolato i progetti del Comune. Insomma questa solare eminenza grigia della politica mondiale fa della prassi politica un manganello colorato da usarsi per ottenere risultati in barba alle leggi.
Così, secondo Procaccini, un assessore di centrosinistra dovrebbe contravvenire alle leggi dello Stato o della Regione per aiutare l'attività di opposizione dei suoi in consiglio comunale. Certo, la voglia di balia ormai è come l'astinenza da coca. Ecco perché ci convince Antonio Canzian: è l'esempio del buon amministratore. Rispetta per primo lui le leggi che poi dovranno rispettare i cittadini: è la regola della civiltà. Ma questo, nella barbarie della politica che connota negli ultimi tempi una parte del Pd ascolano, forse diventa uno sterile esercizio di educazione civica.