/Divisione Provincia, i sindaci autonomi incontrano Berlusconi
Divisione Provincia, i sindaci autonomi incontrano Berlusconi
Incontro avvenuto durante la visita del premier in Abruzzo
al Presidente del Consiglio l’esito dei risultati della petizione popolare promossa nell’agosto scorso contro la divisione della provincia di Ascoli Piceno.
L’incontro è avvenuto in un noto ristorante del teramano ed il colloquio è durato circa dieci minuti. Per l’occasione i tre amministratori hanno manifestato «tutte le preoccupazioni per le conseguenze di questa divisione, il notevole sacrificio economico per la nuova provincia di Ascoli Piceno e la poca opportunità di creare un nuovo, piccolo, ente, con la conseguente duplicazione di uffici pubblici, dai costi esorbitanti, in un periodo di crisi economica come questo«.
Ricordando al Presidente la sua recente posizione sulla abolizione delle province o sull’accorpamento di quelle piccole, hanno inoltre sottolineato «la difficoltà della divisione, il possibile arrivo di un commissario, segno di una normativa inapplicabile per il caso del Piceno».
Il Presidente ha chiesto ulteriori informazioni sul caso della divisione della provincia di Ascoli Piceno, dicendosi «sorpreso della situazione soprattutto dopo aver conosciuto gli abitanti delle future province e la vicinanza dei due capoluoghi».
Per maggior chiarezza i firmatari hanno consegnato al Presidente del Consiglio una missiva, oltre al testo della petizione popolare ed una analisi sui costi della divisione della provincia.
Inoltre comunicano che analoga missiva è stata già indirizzata ai ministri del governo. Il sottosegretario Gianni Letta, in una risposta ufficiale, promettendo un impegno, anche personale, ha affermato che la questione della provincia di Ascoli Piceno «..palesa spunti di criticità che impongono alcune riflessioni nelle debite sedi».
I sindaci, promotori di queste iniziative, intendono perseguire ogni azione utile «per modificare una normativa che oltre ad essere anacronistica, iniqua, unilaterale, vessatoria per la nuova provincia di Ascoli Piceno è anche, visto l’ingente esborso di danaro pubblico, inopportuna in un periodo di tagli della spesa, alcuni sacrosanti, e di sofferenza dei bilanci familiari degli italiani».