La divisione innanzitutto deve farsi carico dei problemi dei dipendenti

La divisione innanzitutto deve farsi carico dei problemi dei dipendenti

I criteri non debbono essere solo ragionieristici

sostenuto da un’aggregazione riformista e moderata (Pd/UdC) e  tenuto da conto quanto emerso dall’incontro dibattito sul tema “Ascoli città territorio nella nuova Provincia. Idee programmatiche a confronto”, organizzato dalla DC Provinciale, nel quale si sono incrociate le idee programmatiche dei Responsabili dei vari Partiti presenti e  nonché dopo quanto avvenuto nell’ultimo Consiglio Provinciale aperto sulla divisione della Provincia, ritengo necessario esternare qualche conseguente considerazione politica. Innanzitutto riguardo il risultato elettorale, considerato importante anche perché in passato quella Provincia è stata espressione di un nuovo progetto politico, che ha avuto poi riscontro a livello nazionale (il Pd di Prodi), credo che lo stesso autorizzi l’affermazione, con cognizione di causa, che le alleanze di nuovo conio di rutelliana memoria, possano rappresentare in qualche modo il nuovo scenario politico su cui ragionare anche a livello locale per i prossimi appuntamenti elettorali.
E’ ovvio che ciò,per quanto mi riguarda,come ribadito più volte rappresentando la linea del Partito, deve dapprima passare per la concreta verifica in tempi strettissimi della possibile costruzione della Costituente di Centro con gli amici dell’UdC,della Rosa Bianca,dell’Udeur ed altri soggetti o movimenti politici moderati, e poi passare con il nuovo soggetto politico o in maniera autonoma come DC, se l’obiettivo della Costituente risultasse  in questa fase impossibile, alla verifica delle convergenze programmatiche, propedeutiche a quelle delle possibili alleanze politiche  e all’individuazione di candidati autorevoli, rappresentativi ed in sintonia con il territorio. Indubbiamente però, già dall’incontro dibattito del 3 novembre u.s., sono emerse convergenze importanti su molti punti programmatici, essenziali per affrontare le tante emergenze e rilanciare quindi l’economia reale nel territorio, in particolare con il Partito Democratico ed il Partito Socialista, presenti entrambi con i più rappresentativi esponenti locali. Ma tale affinità programmatica era stata altresì registrata nella Conferenza Programmatica dell’Italia dei Valori, tenutasi qualche giorno prima a Colli del Tronto. Da ciò credo, non volendo escludere ovviamente nessuno dal confronto di merito ed aspettando la conclusione di due prossimi appuntamenti, l’iniziativa del Partito Socialista del 22 novembre e le primarie del Partito Democratico del 23 e 30 novembre prossimi, si possa partire per un confronto programmatico e politico. Questo, premettendo però che, sebbene io ritenga le primarie un importante strumento di democrazia, utile a colmare quel deficit di partecipazione alla politica, che questo “bipolarismo senza Partiti” sembra voler alimentare, esse hanno bisogno, per essere eventualmente estese ad un contesto di alleanze politiche, di regole certe e concordate. Passando poi all’ultimo avvenimento politico, il Consiglio Provinciale aperto sulla divisione della Provincia, voglio ribadire quanto espresso nell’occasione con il mio intervento, cosa che ascoltato l’intero dibattito,  appare essere condivisa trasversalmente dall’intero fronte politico ed Istituzionale ascolano. E cioè che la divisione innanzitutto deve farsi carico dei problemi dei dipendenti e delle loro famiglie, senza cioè trasferimenti coercitivi, e poi rispondere non a criteri tecnici o ragionieristici, bensì ed esclusivamente a quelli politici di riequilibrio a favore della realtà provinciale più penalizzata dalla stessa divisione. Su tale impostazione, ponendosi nella positiva ottica dell’ascolto e della concreta e conseguente valorizzazione della democrazia partecipata, è legittimo per tutti aspirare a candidarsi per rappresentare gli interessi di un intero territorio.