DcA: un paradosso il Pdl senza i democristiani

DcA: un paradosso il Pdl senza i democristiani

Buonopane: «Nulla d’inquietante nello stimare un cattolico, anche se di altra parte politica»

esponente preferirebbe forse realizzare una fusione a freddo di Fi e An. Ma, come ama ricordare il nostro Ministro per l’attuazione del programma del Governo Berlusconi, Gianfranco Rotondi, indossando camicie nere e golfini azzurri al ballo del Ppe non si va. Il Pdl senza l’asse portante dei democristiani è un paradosso. Da parte nostra, c'è il dovere di un'iniziativa politica più forte e coesa tra tutte le componenti che si richiamano alla Dc.
Il Partito Democratico è nato anche da una costola della Dc, che la chirurgia diessina sta asportando. Senza polemiche, mi sembra che nel Partito Democratico non ci sia più niente che ricordi la Dc, e più si andrà avanti più il concetto sarà chiaro».
Lo afferma in una nota il coordinatore regionale vicario della Dca-Pdl, Silvano Martinotti, in riferimento alle dichiarazioni del coordinatore regionale di Azione Sociale alla stampa. «Ad esprimere stima per un cattolico sebbene posizionato dall’altra metà del campo non c’è nulla d’inquietante. L’odio non fa parte della cultura di noi Dc» afferma Ignazio Buonopane, vicesegretario comunale della DcA, che aggiunge: «Invece come definire se non inquietanti iniziative di chi ha costituito tra “amici ed amici degli amici” un comitato comunale del Pdl prima del via e su misura per spartirsi incarichi e poltrone, di chi vuole rappresentare un partito con la stessa persona a livello regionale, provinciale e comunale, nonché di chi arriva a sindacare il proprio coordinatore provinciale, Vittorio Santori, che null’altro ha fatto che attenersi ad indicazioni nazionali?».