Amadio: le primarie creano confusione e sfaldamento del centrosinistra

Amadio: le primarie creano confusione e sfaldamento del centrosinistra

«Dietro c'è l’impossibilità di porsi in aperto contrasto con l’operato del Presidente Rossi»

di appartenenza, abbiamo molto apprezzato il lavoro svolto con la sua amministrazione (in cui tra l’altro il PD è presente in forze) ed il suo stile di governo partecipato. Il problema è capire se il PD condivide o meno questo giudizio. Nel caso in cui tale giudizio fosse condiviso è evidente che lo svolgimento delle primarie sarebbe un’operazione inutile e priva di senso, a meno che ciò non scaturisse da una regola generale ed inderogabile per lo stesso partito.
Ciò però contrasta con quanto accade in altre realtà locali dove per candidare sindaci o presidenti uscenti del PD, come ad esempio nel caso della Provincia di Macerata e dei Comuni di Castel di Lama, di Spinetoli, di Castorano ecc. lo stesso PD non ha ritenuto necessaria nessuna ulteriore consultazione!
Questo, come capirebbe anche un bambino, conferma l’assoluta insensatezza di questa manovra e ne rivela la sua natura del tutto strumentale. Una manovra che non sta creando altro che confusione e sfaldamento nell’attuale coalizione politica.
La verità è che il PD, dietro a questa decisione portata avanti con insistenza senza coinvolgere le altre forze politiche, nasconde l’impossibilità di porsi in aperto contrasto con l’operato del Presidente Rossi e della sua Giunta. Se la valutazione del PD sull’operato e sullo stile del Presidente Massimo Rossi fosse negativa allora basterebbe che ci si pronunciasse espressamente ed ognuno a quel punto sarebbe libero di costruire le proprie alleanze ed i programmi senza ulteriori perdite di tempo.
Altrettanto fuorvianti sono i tentativi di tirare in ballo il ruolo delle Segreterie Nazionali e le fantomatiche decisioni prese a livello centrale, come se stessimo di fronte ad un presidente calato dall’alto ed avulso dal territorio piceno. Forse qualcuno avrà dimenticato che nelle scorse elezioni Massimo Rossi, espresso oltre che dalle forze politiche anche da una folta schiera di associazioni e cittadini, ha raccolto circa 124.000 preferenze contro i 111.000 voti ricevuti dalle forze della coalizione, apportando cioè da solo il 10% del consenso, valso a vincere a mani basse la competizione elettorale. Da dove venivano quei voti, forse da Roma?
Alla luce di tutto questo a farne le spese resta l’elettorato, sempre più smarrito e sfiduciato verso questa politica che rischia di asservire il territorio alle logiche di potere distanti dalla realtà locale mentre ciò di cui si sente maggiormente il bisogno è la prosecuzione di un progetto politico, iniziato 5 anni fa, che continui a valorizzare i saperi e le qualità del Piceno per rilanciarne lo sviluppo e l’occupazione».