E' il primo presidente afro-americano della storia. In Europa si plaude alla vittoria
Il padre era originario di uno sperduto villaggio del Kenya a 500 chilometri da Nairobi è lì vivono ancora i parenti del nuovo presidente. E’ stata una battaglia voto per voto nei quattro Stati chiave di Virginia, Nord Carolina, Florida ed Indiana, poi anche nell’Ohio i cui voti nel 2004 avevano determinato il successo elettorale di Bush. E sono stati proprio i 20 voti assegnati dall’Ohio ad Obama che ne hanno decretato la sua elezione. Obama ha superato la soglia di 270 voti aprendogli le porte della Casa Bianca. McCain si è aggiudicato tutti i voti nel suo stato dell’Arizona.
L’Europa, da Bruxelles a Londra, a Parigi, a Berlino questa mattina si è svegliata positivamente in quanto nessuno ha fatto mistero, sin dai giorni scorsi, di preferire il signorile democratico Obama, al repubblicano McCain.
La Francia, con la sua presidenza di turno della UE, storicamente scontenta dello strapotere americano, auspica ora una America meno bellicosa, più vicina ai ceti poveri dei ghetti delle metropoli.
Bruxelles si attende da Obama una grande apertura per risolvere grandi temi internazionali rimasti irrealizzati con l’amministrazione Bush, come il protocollo di Kyoto, la messa al bando delle mine antiuomo che stanno mietendo vittime tra bambini ed adulti in tante parti del mondo, ma ancor più sul divieto completo dei test nucleari.
Ha detto il presidente delle Commissione Barroso qualche giorno fa: "Ci aspettiamo dal nuovo presidente una maggior cooperazione tra Stati Uniti ed Europa, chiunque esso sia”.
Il dichiarato realismo di Obama fa ben sperare a Bruxelles di poter risolvere con negoziati il gelo con l’Iran, Corea del Nord e Cuba, ma anche la lotta al riscaldamento climatico, la recessione economica che sta attanagliando cittadini da una sponda all’altra dell’Atlantico.