Gli aumenti, in media del 20%, dovrebbero scattare l'1 gennaio 2009
con il voto contrario dell'opposizione, che fissa i criteri per il calcolo dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Gli aumenti, in media del 20%, dovrebbero scattare l'1 gennaio 2009. "I soldi in più - ha spiegato il relatore di maggioranza Francesco Comi (Pd-Ds) - saranno destinati alle opere di manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili". Secondo Comi, non ci sono più fondi per realizzare nuove case popolari e "c'é scarsa sensibilità da parte dei Comuni, sia di destra sia di sinistra, che riservano poche aree marginali all'edilizia residenziale pubblica". Così, dovendo scegliere tra la dismissione del patrimonio degli Erap, sostenuta dal Governo nazionale anche nell'ultima Finanziaria, o il mantenimento della funzione sociale delle case popolari, la Regione Marche ha secelto quest'ultima via, non rinunciando alla sua funzione "di garantire il diritto alla casa della categoria sociali più deboli".
Gli Erap gestiscono oggi circa 16.000 alloggi e a fronte di una richiesta annua di 6.500 abitazioni, a per la quale ci sono solo circa 500 risposte positive. La proposta è frutto di un accordo con gli Erap, l'Anci e i sindacati degli inquilini, raggiunto circa un anno fa. Critico il relatore di maggioranza Franco Capponi (Pdl-FI), secondo cui in qualche caso l'aumento "arriva al 150%". "Noi non siamo a favore della crescita dei canoni, - ha detto -, che azzera l'effetto della social card. In sostanza, il Governo nazionale dà (fino a 480 euro con la social card) e la Regione Marche toglie fino a 250-400 euro l'anno per gli affitti". Il centro destra ha presentato vari emendamenti, tra l'altro per graduare nel tempo l'impatto degli aumenti, che sono stati accolti. Recepita anche in un ordine del giorno una proposta per calcolare il prezzo di vendita degli alloggi in base al canone piu basso. Ma poi la minoranza ha votato contro il provvedimento, indispettita da un'uscita dell'assessore alla casa Gianluca Carrabs, che ha accusato Capponi e Daniele Silvetti (Pdl-An), intervenuto nel dibattito, di essere "portatori degli interessi di lobbies'. La proposta di legge - ha rivendicato l'assessore - è il risultato di un anno di lavoro tra Regione, Erap, categorie sociali e Anci, che hanno simulato tutte le posizioni degli inquilini".
Durante il dibattito sono intervenuti Silvetti, che ha definito la proposta "inadeguata e inopportuna" di fronte alle "difficoltà che ingessano gli Erap sul territorio", e Cesare Procaccini (Pdci), che ha invitato ad ancorare il canone alla manutenzione e alla proprietà pubblica e definito la dismissione del patrimonio degli Erap "una svendita". D'accordo con lui Michele Altomeni (Prc), secondo il quale "di questo passo fra un po' non ci saranno più le case popolari".
Rosalba Ortenzi (Pd-Dl) ha sottolineato che il provvedimento "era atteso da tempo" da parte degli Erap e anche dagli inquilini, che "preferiscono pagare un affitto a canone sociale, magari un po' più alto, ma con migliorie sugli alloggi". In chiusura del dibattito, Comi ha di nuovo richiamato l'impegno della Regione, "che da un lato ha sempre chiesto più risorse per le case popolari a tutti i Governi" e dall'altro ha ridotto i costi della politica, "semplificando i cda degli enti". Tra i problemi da risolvere, i prezzari degli Erap, "inadeguati alle imprese" e i tempi di certificazione, "che sono lunghi il doppio rispetto ai privati". Sul provvedimento - ha sottolineato Carrabs - è stato raggiunto un accordo con i sindacati, "frutto di un anno di lavoro, in cui abbiamo simulato tutte le posizioni degli inquilini". Il risultato è che "un aumento medio del 15% del canone permetterà opere di manutenzione".
Nel corso dei lavori, l'assemblea ha anche approvato, con l'astensione dell'opposizione, la pdl n. 265 che integra il testo unico delle norme in materia industriale, artigiana e dei servizi della produzione e nominato il presidente del collegio dei revisori dei conti del consorzio per l'industrializzazione delle Valli del Tronto. Infine la seduta è stata tolta.