Riforma Gelmini, in Regione contro i tagli al Piceno

Riforma Gelmini, in Regione contro i tagli al Piceno

Rossi: «Il provvedimento in termini di metodo e contenuti è totalmente inaccettabile»

da eliminare a causa della cosiddetta “riforma Gelmini” che costringe gli istituti delle zone montane con meno di 500 alunni (contro il precedente limite fissato a 300) ad accorparsi. I piccoli centri e le aree montane subirebbero da questo taglio indiscriminato un colpo grave e forse definitivo alle loro possibilità di sopravvivenza. Ciò accade proprio mentre l’Amministrazione provinciale sta studiando insieme ai Comuni modi nuovi per riorganizzare un servizio scolastico di qualità anche nell’entroterra, prevedendo il superamento delle pluriclassi (alunni dalla prima alla quinta riuniti per scarsità di iscrizioni in un’unica classe) e una didattica avanzata realizzata attraverso la costituzione di poli, alcuni allo studio, altri già istituititi, come quello dell’istruzione superiore di Amandola-Comunanza-Montalto-Santa Vittoria.
Proprio per trovare le modalità più efficaci per fermare l’impatto dissestante di questa modifica unilaterale imposta dal Governo sui servizi scolastici dell’attuale provincia di Ascoli Piceno è stato fissato per oggi un nuovo incontro in Regione fra l’assessore all’Istruzione della Provincia di Ascoli Piceno Olimpia Gobbi, i colleghi delle altre Province marchigiane e l’assessore regionale all’Istruzione Ugo Ascoli.
L’assessore Gobbi, oltre a coordinare i sindaci con un costante lavoro già da tempo avviato di informazione ed interfaccia con le altre Province marchigiane, ribadirà ai referenti regionali, titolari della trattativa con il Governo, che tale processo positivo e responsabile non può essere fermato da un intervento governativo preoccupato soltanto di far cassa.
«Gli amministratori del Piceno non accettano la logica dei tagli ciechi – ha dichiarato l’assessore Gobbi - da deliberare entro poche settimane sotto il ricatto del commissariamento e senza la dovuta valutazione di che cosa accadrà agli studenti, super pendolari sin dalla più tenera età, alle comunità locali destinate a perdere un servizio vitale e agli stessi Comuni che dovranno prevedere nei loro bilanci risorse per dotarsi degli edifici e dei necessari mezzi di trasporto per i quali peraltro non hanno adeguate risorse».
«Questo provvedimento in termini di metodo e contenuti è totalmente inaccettabile – ha commentato il presidente della Provincia di Ascoli Piceno Massimo Rossi - e denota un’assoluta mancanza di consapevolezza di quella che è la realtà di questo Paese fatta di tante piccole comunità locali che rappresentano una grande ricchezza nella loro funzione di presidio del territorio e di salvaguardia di un enorme patrimonio naturale, culturale e sociale. Perdere i servizi di base costituisce un colpo mortale alla loro sopravvivenza e un enorme danno a tutta la società. Già l’Unione delle Province italiane, di cui sono vicepresidente, ha rappresentato la sua forte opposizione a questa misura sia nella conferenza unificata tra Governo ed Enti locali, sia con un ordine del giorno approvato unanimemente a Torino nella recente assemblea e che proporrò anche all’approvazione del consiglio provinciale. Ci auguriamo pertanto – ha concluso Rossi - che questa sollevazione istituzionale e sociale che si sta delineando nel Paese possa produrre un opportuno ripensamento».