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Rossi contro Agostini e Mandozzi: attacchi inaccettabili
«Irresponsabile abbandonare l'azione di governo in un momento di crisi come questo»
non soltanto dal punto di vista politico ma anche da quello etico. Pur di cercare di giustificare un’irresponsabile rottura preordinata per altri fini, si falsificano fatti e dati ben noti e ci si rimangia posizioni già assunte in piena condivisione». Dopo le accuse di Mandozzi ed Agostini, nel corso della festa del Pd a Pagliare, puntuale è arrivata la risposta di Massimo Rossi.
Il vice presidente della Provincia, confermando la propria candidatura alle primarie, ha detto: «Questa volta a decidere saranno i cittadini e non le imposizioni di Roma come avvenuto nel 2004 alla faccia della partecipazione». Il deputato del Pd Agostini ha rincarato la dose attaccando frontalmente il presidente Rossi: «La Provincia può iniziare a pagare i ricercatori con i soldi che ogni anno spende per ricapitalizzare società decotte che producono studi senza idee come nel caso della Carbon. L'unica cosa che sembra affascinare il presidente è la chiusura del Piceno Consind in un territorio che perde migliaia di posti di lavoro. Abbiamo sempre chiesto il confronto, ma ci ha risposto con insulti personali. Anche sull'arretramento dell’A14 le cifre non sono quelle di Rossi: lo studio di fattibilità della Regione indica in 660 milioni il costo dell'opera e non in 2 miliardi di euro».
Non sazio il parlamentare Pd punta il dito anche contro gli assessori del suo stesso partito Gobbi e Canzian: «Quando la Gobbi parla di “mezzadria grassa” della Vallata del Tronto offende la nostra memoria e tradizione. Non tollero che si scherzi su queste cose perché non ho mai visto un mezzadro grasso. Canzian teme per l'unità del partito, ma poi fa parte di associazioni che vogliono mettere in crisi la giunta di Colli».
«Di fronte a tutto ciò - replica Massimo Rossi - il dubbio lacerante che mi assale in queste ore è se si debbano buttare all’aria tutto il gran lavoro svolto e gli interessi del territorio proprio quando sono in vista alcuni importantissimi traguardi, o se accettare di continuare a condividere un’esperienza amministrativa con chi oramai dimostra di non essere interessato alle cose da fare per la comunità locale ma alle posizioni personali da raggiungere.
Chiunque abbia un minimo di senso di responsabilità non può non rendersi conto cosa possa significare abbandonare l’azione di governo in un momento di crisi come questo, lasciando per almeno otto mesi la Provincia senza una guida, proprio quando s’intravede il raggiungimento di obiettivi che possono rappresentare una svolta per il futuro di questo territorio.
Ne cito solo alcuni:
- L’acquisizione di consistenti risorse per la riconversione dell’SGL Carbon;
- La ripartizione dei fondi europei FERS per lo sviluppo locale destinati alla valorizzazione delle risorse culturali e naturali del territorio;
- La destinazione dei fondi FAS regionali (sia quelli assegnati alla Provincia per l’elettrificazione della Ascoli Porto d’Ascoli, il sottopasso di S. Benedetto e la Mezzina a Fermo, sia la quota di competenza regionale);
- La gestione del protocollo d’intesa con il Ministero dello Sviluppo Economico per il rilancio industriale del Piceno, con la possibilità di accedere ad importantissimi canali di finanziamento come quelli di “Programma Industria 2015” e della Finanziaria 2008.
- L’Accordo di Programma Quadro (APQ) relativo alla bretella di San Benedetto ed al Polo logistico della bassa Valle del Tronto;
- L’istituzione del Parco marino del Piceno;
- L’avvio di investimenti pubblici e privati per un importo complessivo di oltre 35 milioni di euro in campo turistico, termale ed energetico nelle zone montane con importanti ricadute occupazionali;
- La seconda fase della stabilizzazione del personale precario dell’Ente;
Sono tutti progetti concreti, su cui abbiamo lavorato per anni, che abbiamo messo a punto grazie al confronto costante con tutti i soggetti interessati, dagli imprenditori ai Sindaci, dai sindacati alle Università. E’ proprio grazie alla forza che viene dal consenso del territorio che questi progetti si stanno realizzando. E’ giusto arrendersi ora perché c’è chi ha deciso, sulla base di un disegno preordinato, di tirare la corda sperando che si spezzi e che il moncone resti in mano agli altri?
Oltretutto l’interruzione della nostra esperienza comporterebbe effetti drammatici sulle due nuove Province la cui nascita, definita per legge nel 2004, è inarrestabile e avverrà comunque con le elezioni della primavera prossima. Senza le delibere di Giunta, il patrimonio, compresi gli edifici scolastici, le strade e le sedi resterà indiviso, con tutte le conseguenze per la loro manutenzione e gestione. Per non parlare del personale che, qualora non trasferito, farebbe immediatamente saltare l’equilibrio del bilancio della nuova Provincia di Ascoli oppure potrebbe essere trasferito d’ufficio senza le dovute tutele e concertazioni.
Mi rivolgo dunque al territorio, agli amministratori dei Comuni, alle associazioni degli imprenditori, degli artigiani, degli agricoltori, ai lavoratori dipendenti, ai centri di ricerca, alle donne e agli uomini che ci hanno seguiti e sostenuti in questi anni difficili ma entusiasmanti, che hanno assaporato con noi la soddisfazione di veder realizzate, o prossime alla realizzazione, tante belle idee che molti, quattro anni fa, bollavano come utopie.
Chiedo a tutti - conclude il presidente della Provincia - di esprimersi scrivendomi (massimo.rossi@provincia.ap.it ) o prendendo pubbliche posizioni nelle forme che si riterranno più congrue: ogni riflessione potrà aiutarmi a compiere la scelta giusta, anche se sono conscio che quest’ultima avverrà nella dolorosa consapevolezza che nulla potrà più essere come prima».