«Il consigliere sa che al TAR ci sono due ricorsi contro Comune e Provincia per la vicenda?»
far conoscere le cose essenziali e importanti della vicenda Comparto Firenze. Ci vuole far vedere il dito e non la luna! E’ una vecchia tecnica usata da molti, ma che da tempo, per fortuna, non fa più presa nell’opinione pubblica.
La polemica non mi riguarda, voglio solo invitare i cittadini di Ascoli, tutti indistintamente (a maggior ragione chi ha votato centro destra ) ad essere presenti ai lavori del Consiglio Comunale. Così vedranno come si comportano i consiglieri della cosiddetta Casa della Libertà, e quale è il livello della passione politica, della partecipazione, dell’abnegazione, del rispetto delle Istituzioni raggiunto da questa classe dirigente che ha governato Ascoli per 10 anni.
L’apatia e la svogliatezza di molti consiglieri non è nota ai molti. Il centro destra stancamente e difficilmente raggiunge il numero legale per far partire i lavori del Consiglio. L’ora di attesa statuita dal regolamento è sempre ampiamente superato perché in attesa dei consiglieri ritardatari, chiamati al cellulare e precettati per stare all’appello iniziale. Il presidente Camela che, pressato dalla minoranza che era arrivata a minacciare anche l’intervento dei Carabinieri, esce dall’aula e si rende irrintracciabile per una altra buona mezzora, fino a quanto i fatidici 14 (numero magico) consiglieri non alzano la mano dell’appello per poi sparire di nuovo nel nulla.
E' un brutto spettacolo che si ripete puntualmente da quando il centro destra risulta diviso e spaccato su molte questioni amministrative. Ma noi non vogliamo abituarci a queste sceneggiate che offendono tutta la città.
E così fa un certo senso di stupore e di rabbia sentire dai banchi della maggioranza dove eravamo noi del centro sinistra…
Mi auguro che i sufficienti 21 consiglieri (questa volta anche il sindaco ha votato, altrimenti si scioglieva la seduta) abbiano studiato attentamente la delibera sul Comparto Firenze. Anche perché è la terza volta che viene in Consiglio, ma poi non se ne fa niente e i cantieri in Ascoli non partono.
Errori e forzature ce ne sono stati tanti, così gli esposti in Procura i ricorsi al TAR e le delibere comunali annullate ecc. ecc.
E ricordo a Galosi che non c’è due senza tre.
Il consiglio, svogliatamente distrattamente, può continuare a votare tutto quel che vuole ma se gli atti non sono esatti e precisi, gli ostacoli nasceranno numerosi come funghi.
E credo che anche la seduta del 30 settembre scorso possa essere annoverata tra le tante riunioni del Consiglio dove i consiglieri del centro destra vengono solo per votare per poi andarsene un secondo dopo, facendo mancare il numero legale sulla successiva delibera (questa volta era una ratifica di una variazione di Bilancio).
Mi auguro che Galosi e gli altri 20 consiglieri abbiano letto bene la parte deliberante del terzo progetto. Sapranno quindi che, surrettiziamente, hanno votato un punto che assomiglia ad una specie di “transazione” non scritta, “autorizzando il dirigente a stipulare una nuova convenzione privata che sostituisca le precedenti convenzioni già sottoscritte” (nate dai progetti precedenti che hanno avuto inciampi giudiziari del passato).
E il consigliere Galosi è a conoscenza che sono pendenti davanti al TAR Marche almeno due ricorsi contro il Comune e contro la Provincia per la vicenda Comparto Firenze?
Come andranno a finire se già si predispone e viene approvata una nuova convenzione?
E i privati saranno d’accordo su questo nuovo iter? In entrambe le risposte altrettanto possibili e valide, i consiglieri comunali dovevano saperlo o no?
Sicuramente Galosi, e i 20 consiglieri, avrà avuto a sua disposizione più elementi e possibilità per votare in piena serenità e coscienza, libero da condizionamenti vari, nella più totale conoscenza dei fatti e degli atti, anche se frettolosi e pronti ad andare via immediatamente subito dopo.
Per me rimangono i dubbi. E continuano ad esserci forte perplessità ed anomalie anche su questa terza delibera sul Comparto Firenze, ancora senza esito dopo 4 anni.
E come dice il detto popolare: il tempo sarà galantuomo. Tutta la città è in trepidante attesa di come andrà a finire anche questa volta».