/Primarie, Gionni parla di unanimità altri lo sconfessano
Primarie, Gionni parla di unanimità altri lo sconfessano
In ballo c'è la ricandidatura del presidente Massimo Rossi che fa ombra a più di uno
provinciale la scelta di indire primarie per le elezioni comunali e per quelle provinciali. «Certo che c'era unanimità – dice Gionni – e visto che non c'è stato alcun intervento contrario sull'argomento non occorreva nessuna votazione da parte dell'assemblea in merito. Si faranno le primarie in Comune e in Provincia». D'avviso opposto Antonio Canzian, Paolo Marozzi, Anna Del Zompo e Mario Lazzari. «Ho appreso dai giornali che l’assemblea provinciale del mio partito venerdì scorso avrebbe approvato all’unanimità (sic!) lo svolgimento delle primarie anche per il candidato presidente della Provincia.
Poiché ero presente non ricordo che tale argomento fosse all’ordine del giorno che invece comprendeva solo l’esame del Regolamento per le primarie sul quale, peraltro, non ci si è potuti esprimere in quanto in attesa delle linee guida regionali sull’argomento.
Comunque sia, che su un tema così importante e forse decisivo per le sorti del centrosinistra in provincia l’assemblea non sia chiamata ad esprimersi con un voto, ma si lasci al segretario provinciale il compito di “interpretare” (questo almeno sembra) il contenuto degli interventi (alcuni dei quali, peraltro, su tale scelta hanno mostrato serie e motivate perplessità, altri non hanno proprio affrontato l’argomento, mentre altri ancora non sono intervenuti non essendo il tema all’ordine del giorno!) e trarre le conclusioni che addirittura all’unanimità (ma di che cosa?) si sarebbe decisa tale scelta è davvero incredibile! Infine, se non si è ancora approvato alcun regolamento per le primarie, come si fa a decidere di svolgerle comunque anche per la candidatura a presidente della provincia? Oppure è già tutto deciso? L'incongruenza.
«A Macerata Silenzi è presidente uscente in Provincia e non sono previste primarie - dice Paolo Marozzi - In Provincia, ad Ascoli, il centrosinistra è al governo. Se tra un anno la situazione dovesse essere diversa, chi sta trascinando il Pd ad una sconfitta sicura si assumerà tutte le sue responsabilità». La forzatura.
«Ero reduce dalla commissione statuto tenutasi ad Ancona – dice Anna del Zompo – e ho solo riferito di una prima discussione sul tema, nulla di deciso quindi. C'è stata una forzatura: quello che ho riferito in assemblea mi è stato invece attribuito come una mia valutazione positiva, al contrario nutro forti perplessità».
«Fermo restando il fatto che le primarie sono uno straordinario ed irrinunciabile - dice Mario Lazzari - strumento per la scelta delle candidature che il PD dovrà esprimere a tutti i livelli a me sembra una fuga in avanti affermare che l’assemblea all’unanimità ha espresso la decisione di indire le primarie: in primo luogo perché quella affrontata è stata una discussione preliminare, più articolata di quanto emerge dalla stampa, senza la presentazione di regole precise che invece dovranno essere approvate e normare eventuali processi, definendone tempi e modalità, ed in secondo luogo perché non c’è ancora stata la votazione con le percentuali indicate dal regolamento nazionale indispensabile ad aprire il percorso di avvio delle consultazioni.
Per quanto riguarda il nostro territorio sarà auspicabile distinguere i diversi casi: vi sono situazioni nelle quali per fine mandato si dovranno scegliere nuovi sindaci, altri nei quali amministratori uscenti del PD potranno essere eventualmente riproposti ed infine casi, come quello della Provincia, dove amministriamo pur senza esprimere un Presidente che potrebbe comunque essere rieletto.
In quest’ultimo caso, ferma la possibilità del PD di esprimere un proprio orientamento, è evidente che lo strumento più idoneo va scelto insieme alle altre forze della coalizione con la maturità di chi è consapevole che non è possibile pensare di esprimere tutte le prime cariche solo in virtù del fatto che si dispone di un consenso più ampio quando in realtà l’apporto delle forze minori è indispensabile, a livello elettorale, per governare e queste forze sono in condizione di esprimere idee, valori, principi nei quali tanti amministrati si riconoscono e che a pieno titolo possono concorrere alla definizione di un programma comune».