Celani: Non difendo logiche medievali, ma il Consind va chiuso

Celani: Non difendo logiche medievali, ma il Consind va chiuso

«Ripensiamo il ruolo dell'ex consorzio idrico e i ruoli di ciascuno di noi»

Piero Celani, risponde così: «Leggo che, secondo Pagnotta dell’Udc, “i  nemici del  Consind sono  alcuni sindaci che  vogliono tornare  a vecchie logiche autarchiche…”, sindaci che “vogliono  tornare a trattare direttamente con gli industriali per trattare vantaggi e posti di lavoro secondo  schemi medievali”.
E’ vero, ho sposato la causa di  quanti, a ragione, hanno sostenuto e sostengono la necessità di  chiudere il Consind, ma  non per questo  mi sento, e sono, un sindaco/podestà, né tantomeno  mi  sento, e sono, legato a  logiche medievali.
Chi scrive, invece, ha sempre sostenuto, fin dal 1999, che la funzione del Nucleo si era esaurita, nel senso che  Piceno Consind non può continuare a fare (per sopravvivere) l’agenzia immobiliare, acquistando e rivendendo aree; ma che avrebbe dovuto trasformarsi in un Ente erogatore di servizi alle imprese, producendo studi, progetti e ricerche di mercato utili alle aziende. Così facendo quindi, ogni Comune, quindi anche il nostro, avrebbe potuto riappropriarsi della piena facoltà pianificatoria del territorio.
Una posizione questa che non mi pare legata a medievalismi, a logiche spartitorie o atteggiamenti podestali.
Una posizione, al contrario, legata alla rivitalizzazione del  Consind, affidandogli funzioni più consone all’attuale situazione imprenditoriale della vallata del Tronto.
Per anni, chi scrive, ha cercato di capire quale fosse  la situazione economico-finanziaria-patrimoniale dell’Ente, quali fossero i contratti di servizio stipulati dal Consind nell’ultimo decennio e chi ne avesse affossato il suo bilancio.
Oggi, che la pesante  situazione debitoria del Consind è sotto gli occhi di tutti, è singolare che se ne  invochi la sopravvivenza accusando, chi ne  vorrebbe la chiusura, di logiche autarchiche.
Vorrei invece, con la chiusura del Consorzio, tornare ad essere  attore della pianificazione del territorio e della sua programmazione. Ruoli che attualmente non ho perché, di fatto, ne sono  stato  espropriato.
Ecco perché dico: chiudiamo e ripartiamo da zero.
Ripensiamo il ruolo del Consorzio e i ruoli di ciascuno di noi.  Del  resto, l’attuale legge, ci consente forme sovra comunali di intervento alternative e sicuramente più vicine  e rispondenti alle  necessità del territorio amministrato.
Al contrario, finora, il Piceno Consind ha pianificato e programmato senza tener conto delle effettive necessità delle realtà comunali e questo sì, secondo  schemi  medievali e vecchie logiche autarchiche. Non si è  mai  interfacciato, ad esempio, con Ascoli e con le necessità del piccolo commercio del centro storico.
L’Ente, quindi, così com’è non serve più. Possiamo e dobbiamo salvare invece il suo Know-how a tutto  vantaggio della pluralità dei soggetti interessati e questo non perché si  vuole trattare direttamente  con gli industriali per trarre vantaggi e posti  di lavoro ma per creare, veramente, quelle  infrastrutture di cui il territorio ha  bisogno. Non difendo quindi logiche medievali ma guardo avanti».
Piero Celani