Insomma a difesa della “Politica del fare”, il tema del convegno introdotto dal segretario regionale di Rifondazione Comunista, Giuliano Brandoni, Spacca va in campo a dire chiaro di smetterla con azioni politiche che mirano a disgregare. E Spacca è uno che ha raccolto nelle precedenti elezioni regionali del 2005 il 57,7% dei consensi nelle Marche. Ha quindi tutte le ragioni, il dovere e il potere di dare l'altolà a chi vuole fare politica solo per interessi personali, per protagonismi che nulla hanno a che vedere con gli interessi della popolazione marchigiana, ascolana. Chissà se il ritornello dell'unità scandito dal presidente Gian Mario Spacca è entrato tra le circonvoluzioni cerebrali di taluni individui che si sono distinti nei confronti del presidente della Provincia Massimo Rossi in un'azione disfattista e strumentale? Non si rendono conto di essere come topi ciechi alla ricerca di un'uscita dal tunnel della propria ambizione personale, di un modello gerarchico di conservazione del sistema di potere che cozza contro gente che non arriva alla terza settimana del mese, che è costretta a restituire la pagnotta di pane al supermercato perchè ha i soldi contati per la spesa? Se quanto esaurientemente esposto dal presidente della Regione Marche e da quello della Provincia di Ascoli sulle cose fatte e quelle da fare per la sicurezza del lavoro della comunità, per la coesione dei marchigiani, non fosse sufficiente, ci toccherà di fare il punto sulla qualità e la provenienza delle logiche economiche che muovono le critiche alla Provincia di Ascoli innescando micce destabilizzanti per tutto il quadro politico del centrosinistra regionale. Ci toccherà anche studiare e rendere conto di come certe azioni politiche strumentali si dotino di un sistema economico ad hoc e quanto questo sistema rispetti le regole del gioco.