«Se è vero che la nuova Provincia di Ascoli nascerà con un disavanzo maggiore»
vede nascere la nuova Provincia di Ascoli con un disavanzo maggiore di quello con cui nascerà la nuova Provincia di Fermo; se è vero che il suddetto bilancio nascerà con varie “rigidità” a nostro sfavore; se è vero che Ascoli dovrà sobbarcarsi per 10-20 anni un numero di impiegati maggiore di quanto previsto dalle percentuali di ripartizione stabilite; se è vero che la Cartiera Papale è rientrata nei conteggi per un valore stimato di oltre 4 milioni di euro; se è vero che lo stesso Palazzo San Filippo sarà compensato con mutui a carico di Ascoli; se è vero che il nostro territorio continua a soffrire una crisi occupazionale pesantissima; se sono vere tutte queste considerazioni allora non è pensabile che ci si possa accontentare riducendo semplicemente i famosi 16 milioni di due o tre milioni soltanto. Occorre invece rivedere tutti i numeri della divisione (ad iniziare dalle valutazioni dei fabbricati, da quantificare con stima “catastale” anziché “commerciale”, come è stato già fatto nella divisione di altre Province).
Quale legge dello Stato può concepire che una nuova Provincia possa nascere a svantaggio di un’altra? Evidentemente c’è qualcosa che non funziona.
Allora, o ci si spiega bene, carte alla mano, che le informazioni che abbiamo non sono esatte e che il bilancio 2009 nascerà senza problemi particolari per la nostra nuova realtà territoriale, oppure ci si muova immediatamente (tutti e 33 i Comuni del Piceno! Comune capoluogo per primo!!) per chiedere allo Stato ed alla Regione, responsabili di questa situazione, un intervento “concreto” in favore del nostro territorio. Di tempo ne è stato perso pure troppo. Basta con questo immobilismo. Destra, centro, sinistra e Lega devono muoversi insieme, in difesa del territorio, come hanno fatto per tutti questi anni (e continuano a fare) a Fermo. Lamentarsi “dopo” o attribuire “dopo” le colpe ad altri -la Storia dovrebbe ormai avercelo insegnato- non paga nessuno, è anzi un danno per tutti».