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Divisione Provincia, oggi il Consiglio su beni e personale
I sindaci di Folignano, Maltignano e Roccafluvione: «La divisione porterà effetti devastanti»
agenda la divisione di beni e personale tra Ascoli e Fermo. Ci sarà infatti la presa d’atto della deliberazione della Giunta provinciale “per avviare formalmente le attività di concertazione con il commissario e le attività di concertazione/contrattazione con le organizzazioni sindacali dei lavoratori” propedeutiche all’adozione dei provvedimenti definitivi previsti dalla Legge per l’istituzione delle due nuove Province.
Un atto corposo, di oltre un centinaio di pagine, che racchiude sotto forma di tabelle, verbali, statistiche, organigrammi, cifre, dati, il lungo e complesso percorso di studio, approfondimento e consultazione portato avanti in questi anni dagli organi politici e tecnici della Provincia sulla ricognizione personale e dei beni da assegnare alle due nuove istituzioni. In particolare, nella prima parte del voluminoso documento trovano spazio i 18 indirizzi generali alla base del processo di divisione. Tra questi, il principio che la ripartizione del patrimonio, così come quella degli oneri del personale, devono garantire ad entrambe le Province la possibilità di mantenere gli attuali equilibri di bilancio. Centrale anche l’indirizzo sulla ripartizione delle quote delle società che si occupano di servizi pubblici locali da attuarsi “mantenendo il 100% della “governance” istituzionale e societaria da parte dell’Ente Provincia cui la società si riferisce territorialmente”. Stabilito, inoltre, come criterio fondamentale per la divisione del personale, il contemperamento di due esigenze fondamentali: garantire alla nuova Provincia di Fermo una dotazione funzionale minima che le consenta di assicurare, fin dalla partenza, i servizi al territorio di competenza ed alla nuova Provincia di Ascoli di consentire la permanenza del maggior numero possibile degli attuali dipendenti residenti nel territorio ascolano.
I sindaci di Folignano, Maltignano e Roccafluvione: «La divisione porterà effetti devastanti» «In questi giorni sta continuando la raccolta di firme promossa dai sindaci di Folignano, Roccafluvione e Maltignano, grazie anche alla determinante collaborazione di diverse associazioni del territorio.
L’obiettivo, ben noto, è quello di inviarle ai più alti esponenti del governo da settembre, prima dell’approvazione della legge finanziaria, chiedendo che venga rivista una legge iniqua, unilaterale,anacronistica e profondamente ingiusta che, istituendo la nuova provincia di Fermo,ha di fatto mortificato la nuova provincia di Ascoli Piceno, arrecandogli danni materiali e morali di inenarrabile portata.
Nel frattempo, leggendo la stampa locale, si manifesta, con toni ricchi di enfasi, un presunto accordo da parte della maggioranza che governa la nostra provincia, ancora unita, riguardante la divisione del patrimonio.
Nulla a riguardo sull’aspetto non meno secondario, anzi dal punto di vista sociale assolutamente primario, sui criteri che caratterizzeranno la divisione del personale, i cui contraccolpi, per chi subirà il trasferimento e per il territorio che patirà questo esodo, saranno quanto meno devastanti.
Noi sindaci firmatari ribadiamo con forza che se divisione sarà fino in ultimo ci batteremo perché questo non avvenga,anche alla luce della chiari programmi del governo attuale, delle dichiarazioni pubbliche del presidente del consiglio e dei ministri Brunetta e Tremonti ed anche di vari esponenti della opposizione.
Inoltre, qualora i rappresentanti politici nazionali,con scarsa coerenza, vogliano rimanere allo status quo ante, i sottoscritti ribadiscono che la nuova provincia di Ascoli Piceno non debba pagare alcun onere per una divisione subita, creata su presupposti ed atti formali degli anni ‘80 e lontana dalla volontà popolare, questa clamorosamente esclusa da qualsivoglia decisione.
Invitano quindi gli amministratori in causa ad una profonda pausa di riflessione, visto che in genere atti di siffatta portata non si delibererebbero in periodo di ferie, e a quelli che sono rimasti clamorosamente in silenzio, di confortarci con una propria opinione.
Sarebbe meglio, poi, per ragioni di opportunità che candidati in pectore alle presidenze della province non utilizzino il, cosiddetto, famigerato commissario ( ma quale sarebbe la differenza ?) come spauracchio di fronte ad un accordo di divisione, che rappresenta una mortificazione verso la città di Ascoli Piceno ed il suo circondario per l’intestazione di immobili appartenenti culturalmente e storicamente a questo territorio.
Speriamo ancora del contrario, che tutto il territorio dia un esempio di maturità di fronte ad una situazione economica locale e nazionale dai toni nefasti.
Ma se verrà inopinatamente deliberato ciò che temiamo, certo non sarà qualche milione di euro in più o in meno, a dieci dipendenti trasferiti a Fermo o rimasti ad Ascoli a modificare una situazione che, per la portata delle spese e per il danno arrecato ai cittadini, rappresenterà una pagina nerissima per il piceno ed una brutta figura di fronte all’Italia intera che chiede, ora più che mai, disperatamente, un sensato utilizzo di risorse pubbliche».
Pasquale Allevi Sindaco di Folignano
Giuseppe Mariani Sindaco di Roccafluvione
Armando Falcioni Sindaco di Maltignano