- la presa d’atto della deliberazione della Giunta provinciale “per avviare formalmente le attività di concertazione con il commissario e le attività di concertazione/contrattazione con le organizzazioni sindacali dei lavoratori” propedeutiche all’adozione dei provvedimenti definitivi previsti dalla Legge per l’istituzione delle due nuove Province di Ascoli Piceno e Fermo. Un atto corposo, di oltre un centinaio di pagine, che racchiude sotto forma di tabelle, verbali, statistiche, organigrammi, cifre, dati, il lungo e complesso percorso di studio, approfondimento e consultazione portato avanti in questi anni dagli organi politici e tecnici della Provincia sulla ricognizione personale e dei beni da assegnare alle due nuove istituzioni. In particolare, nella prima parte del voluminoso documento trovano spazio i 18 indirizzi generali alla base del processo di divisione. Tra questi, il principio che la ripartizione del patrimonio, così come quella degli oneri del personale, devono garantire ad entrambe le Province la possibilità di mantenere gli attuali equilibri di bilancio. Centrale anche l’indirizzo sulla ripartizione delle quote delle società che si occupano di servizi pubblici locali da attuarsi “mantenendo il 100% della “governance” istituzionale e societaria da parte dell’Ente Provincia cui la società si riferisce territorialmente”. Stabilito, inoltre, come criterio fondamentale per la divisione del personale, il contemperamento di due esigenze fondamentali: garantire alla nuova Provincia di Fermo una dotazione funzionale minima che le consenta di assicurare, fin dalla partenza, i servizi al territorio di competenza ed alla nuova Provincia di Ascoli di consentire la permanenza del maggior numero possibile degli attuali dipendenti residenti nel territorio ascolano;
- l’adesione all’aumento del capitale della Tecnomarche, società partecipata dalla Provincia per l’innovazione tecnologica, mediante la sottoscrizione di un importo di circa 67mila euro corrispondente a circa il 14% del capitale sociale;
- l’elezione del difensore civico, la cui nomina era stata rinviata dopo che, nelle due votazioni effettuate la scorsa seduta consiliare, nessun candidato aveva ottenuto il quorum previsto (due terzi dei consiglieri). Stavolta per l’elezione sarà sufficiente la maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio.