Divisione della Provincia, non c'è l'accordo

Divisione della Provincia, non c'è l'accordo

Rossi: «Sfido chiunque a trovare una soluzione per il personale migliore di questa»

Nessun accordo è stato raggiunto, e la seduta è stata rinviata al 17 luglio. Con la discussione sullo “Schema di deliberazione preliminare” sono state avviate le attività di suddivisione di patrimonio e personale tra le due nuove province. Il presidente Rossi ha introdotto l’argomento parlando dei principi alla base della divisione: la piena e assoluta imparzialità, l’equilibrio finanziario dei due nuovi Enti, la garanzia di funzionalità amministrativa e la riduzione dell’impatto sociale conseguente alla divisione. Dopo aver ricordato le quote di ripartizione (56,53% ad Ascoli e 43,47% a Fermo), Rossi ha illustrato i criteri alla base della valutazione del patrimonio, anche sulla base delle esperienze delle Province istituite nel 1992. Quindi ha affrontato il nodo del personale: le unità lavorative sono 718, di cui 145 a tempo determinato e, di queste, 105 sono stabilizzabili. A pieno regime, i due Enti avranno bisogno di 790 unità complessive, cioè 447 per Ascoli e 343 per Fermo. Per garantire a Fermo autonomia nelle assunzioni, si è pensato di trattenere ad Ascoli la maggior parte dei dipendenti e destinarne a Fermo solo 275, di cui 118 già residenti nel Fermano e 26 individuati tra dirigenti e posizioni organizzative. I restanti 131 saranno ulteriormente ridotti con triangolazioni e prepensionamenti fino ad arrivare a soli 70 trasferimenti, che saranno effettuati sia su base volontaria che attraverso graduatorie stilate sulla base di criteri concertati con i sindacati. L’onere supplementare gravante su Ascoli sarà compensato con un corrispettivo che Fermo pagherà in cambio di servizi essenziali che sarebbero così immediatamente attivi. Dalla simulazione del bilancio che è stata effettuata risulta che le due nuove Province non andranno in dissesto finanziario ma quella di Ascoli avrà solo una sofferenza di bilancio quantificabile in circa un milione e mezzo di euro da ripartire tra i dieci assessorati. «Sfido chiunque a trovare una soluzione per il personale migliore di questa» ha dichiarato il presidente Rossi. Per quanto concerne la questione Start-Steat, la Giunta scioglierà le sue riserve dopo aver analizzato a fondo i processi con cui si sono formati i capitali delle due società. «So che non riceverò applausi da nessuna parte ma sento di dovermi assumere delle responsabilità – ha concluso Rossi - perché indugiando ancora si rischia solo di danneggiare la comunità e, nel caso si sciogliesse il Consiglio provinciale, la ripartizione avverrebbe solo sul rigido criterio del 57/43, con tutte le difficoltà che ne deriverebbero per le due nuove amministrazioni». All’intervento di Rossi è seguita la replica di Raffaele Tassotti che ha puntato il dito sul peso economico effettivo annuale dei dipendenti in più a carico della Provincia ascolana, chiedendo chiarimenti in merito. La seduta si è conclusa con la richiesta di rinvio, accolta, del vice presidente del Consiglio Cinzia Peroni che ha rimandato la discussione alla prossima seduta di Consiglio del 17 luglio.