«Non ci sono precari di destra o di sinistra, ma persone che reclamano un diritto al futuro»
«Se esiste il rischio di una “beffa” ai danni dei lavoratori precari della Provincia, infatti, ne sarebbe responsabile l’attuale Governo qualora decidesse di eliminare dall’ordinamento precise norme della Finanziaria 2008 per il superamento del precariato e non certo l’Amministrazione provinciale che si sta impegnando per superare tutti gli ostacoli che si pongono sul percorso della stabilizzazione, primo fra tutti la famosa circolare “interpretativa” della Funzione pubblica. Se ciò avvenisse, poi, si aprirebbe un nuovo capitolo su come far valere un atto assunto prima della emanazione di una norma sopravvenuta.
Quanto ai soldi che mancherebbero per la stabilizzazione, faccio presente che nella proposta presentata alla Commissione paritetica sono riportati in modo analitico cifre e numeri che dimostrano la sostenibilità dell’operazione, in particolare la quantificazione di un risparmio nella spesa corrente di circa 1.150.000 euro che consente di coprire la spesa della stabilizzazione. Circa poi le ancor più gravi illazioni su un presunto “dirottamento” dei fondi della Comunità Europea, chi ha appena voglia di informarsi saprebbe che 32 unità si occupano di attività e progetti inerenti le politiche ed i fondi comunitari e quindi potranno essere legittimamente retribuite con tali fondi.
In merito al parere condizionato del “ragioniere capo” circa la copertura finanziaria, lo stesso non ha fatto che riprendere e ribadire quanto contenuto nell’accordo sindacale da me sottoscritto (anch’esso facilmente consultabile) in cui si legge che “l’Amministrazione provinciale si impegna a stabilizzare il personale nei limiti e nel rispetto dell’obiettivo della riduzione della spesa del personale”.
Nessuno di noi ha mai nascosto ai precari che occorrerà assumere ulteriori atti, quale il “Piano triennale del fabbisogno del personale” ed è in quella fase che verranno coinvolti i Revisori dei conti che (anche qui, bastava informarsi) non hanno mai richiesto chiarimenti o espresso finora perplessità. Anzi la Presidente del Collegio, da me sentita, ha comunicato il suo disappunto per le notizie pubblicate ribadendo che il parere di competenza verrà dato in piena autonomia allorquando verrà richiesto dal procedimento.
Quanto ai “debiti”, poiché qualcuno potrebbe equivocare con il significato comune del termine e magari pensare che la Provincia va in giro a chiedere prestiti perché ama spendere, è necessario ricordare che si accendono mutui per realizzare scuole, strade, ponti, interventi di risanamento ambientale, ivi compresi i fiumi, e tante altre opere. L’esposizione della Provincia di Ascoli Piceno è in linea con quella di tutte le Province italiane così come certifica l’UPI: in termini tecnici si parla di “rigidità del bilancio” che, per la provincia di Ascoli, tra spese del personale e mutui è pari al 43%, mentre la media nazionale oscilla dal 42 % al 44%. Non corrisponde al vero nemmeno il fatto che i dati sui mutui non siano stati analizzati dalla Commissione paritetica: infatti, anche di recente sono state presentate le simulazioni dei due bilanci separati di Ascoli e Fermo che dimostrano che non c’è il rischio di alcun dissesto.
E per finire, le valutazioni sui conguagli a favore della provincia di Fermo: presenti i dirigenti dell’ Ente dr. Libetti e dr. Della Casa, la riunione di Giunta di martedì si è conclusa con la condivisione del fatto che la stima di 6,7 milioni fa riferimento a valori contabili del conto patrimoniale, peraltro non aggiornati in quanto risalenti al 2007, fissati dal Testo unico degli enti locali mentre invece occorre far riferimento alla “ratio” della legge 147/2000 che, riferendo la ripartizione dei beni in proporzione al territorio ed alla popolazione, porta a conclusioni ben diverse perchè basate sul valore reale dei beni stessi.
Ma approfondire e sforzarsi di capire è troppo difficile per molti, anche per il consigliere Castelli che, oltre alle solite allusioni su presunte “parentele” gravemente lesive della mia onorabilità e di quella dei miei colleghi di Giunta, finge di non sapere che tutti i precari hanno regolarmente partecipato alle procedure selettive previste espressamente dalla legge finanziaria 2007 e che ben il 95% di essi aveva in precedenza svolto procedure concorsuali rivolte all’attivazione di collaborazioni continuative: stiamo parlando dunque, di persone che hanno superato non uno ma due concorsi!
Non so se, tra i 105 stabilizzandi, vi siano persone con tessere di partito e francamente non mi interessa: per me non ci sono precari di destra o di sinistra, ma persone che reclamano un diritto al proprio futuro».