anche economica, per decisioni e scelte da essa non voluta nè sostenuta. La nota, una volta terminata la raccolta, verrà spedita con tutte le firme all'attuale Governo».
Al Signor Presidente Consiglio dei Ministri, On. Silvio Berlusconi
Al Signor Ministro per l’Economia, On. Giulio Tremonti
Al Signor Ministro per la Funzione Pubblica, On. Renato Brunetta
«Illustrissimi, Onorevoli,
a decorrere dalle prossime elezioni amministrative, previste per la primavera del 2009 sarà data concreta attuazione alla legge 147/2004, istitutiva della Provincia di Fermo .
L’Amministrazione Provinciale di Ascoli Piceno, attraverso uno specifico Ufficio provinciale,
sta provvedendo ad effettuare la ricognizione del patrimonio e del personale per poi suddividerli tra i due nuovi enti, in base a percentuali stabilite da una Commissione paritetica in proporzione alla popolazione ed al territorio (43% Fermo e 57% Ascoli Piceno). Attualmente la
Provincia di Ascoli Piceno nella sua integrità consta di una
popolazione di 369.371 abitanti per un
territorio di 2087 Km². Detto territorio sta attraversando una
grave crisi imprenditoriale ed occupazionale ed è in notevole ritardo rispetto agli standards internazionali dettati dalla globalizzazione.
Noi sottoscrittori della presente, lavoratori interessati dalla divisione della Provincia di Ascoli Piceno, riuniti in comitato spontaneo, da vari mesi
seguiamo con apprensione le concertazioni che a vario livello si stanno svolgendo per la costituzione della “ NUOVA PROVINCIA DI FERMO “ preoccupati per le conseguenze non certamente positive che ne deriveranno.
Abbiamo ascoltato e seguito con trepidazione tutti gli
annunci e tutti i programmi elettorali e, con molto favore,
abbiamo rilevato che in tanti si sono espressi per la riduzione della spesa pubblica, a partire in primo luogo dal costo della politica e dell’apparato burocratico, con particolare riferimento agli enti locali, proclamando la razionalizzazione dell’ente Provincia, l’abolizione delle Comunità Montane e di altri enti.
Alcuni dei maggiori esponenti politici ed in particolare le SS. LL., quali Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministri della Nazione, sia nei dibattiti televisivi che nel programma elettorale,
avete apertamente e ripetutamente sostenuto la necessità di procedere all’abolizione delle province ritenendolo mezzo necessario ad ottenere un risparmio di circa 10 - 13 miliardi di spese, sia politiche che di apparati, escluse le spese di personale il quale dovrebbe essere reimpiegato in altri enti.
Riteniamo che
con un provvedimento d’urgenza si potrebbe sancire l’immediato blocco della nascita di nuovi enti, in alcuni casi veramente inutili, come per la istituenda Provincia di Fermo, la quale sarebbe funzionale solo al soddisfacimento degli interessi di pochi ed alla tutela di campanilismi e della classe politica locale con conseguenti aumenti di spesa e danni per lo Stato e per il territorio Piceno, interessato alla divisione.
Ci rendiamo conto che
l’operazione di recupero di svariati miliardi relativa alla eventuale soppressione dell’ente Provincia comporta tempi lunghi, derivanti dalle necessarie modifiche costituzionali, ma ciò nonostante, se ci è consentito,
vorremmo suggerire e sollecitare l’adozione di un atto che comporterà un immediato risparmio di spesa, consistente proprio nella predetta soppressione e/o sospensione della costituzione delle nuove realtà Provinciali adottate con legge dello Stato nell’ anno 2004 e riguardante la Provincia di Fermo, visto che quella di Monza sembrerebbe non sarà costituita in quanto nascerà lì un area metropolitana e quella di Barletta – Trani – Andria, pare sia ancora in alto mare a causa della mancanza di accordo delle tre cittadine interessate, anche in ordine alla dislocazione degli uffici.
Invero, con la attuazione della legge 147/2004 istitutiva della Provincia di Fermo (la cui divisione di territorio e popolazione è stata fissata per legge entro il termine del 30 giugno 2008, seppure effettivamente l’ente sarebbe costituito con le elezioni amministrative della primavera 2009) il territorio verrebbe diviso in due realtà insignificanti
con una popolazione per la nuova Provincia di Fermo di circa 165.000 abitanti, mentre
l’articolo 21 comma 3 lettera c) del D.Lgs. 267/2000 (Testo Unico Enti Locali) dispone che, di norma, sia indispensabile una popolazione di almeno 200.000 abitanti perché possa procedersi alla revisione delle circoscrizioni provinciali ed alla istituzione di nuove Province.
Dal provvedimento di cui chiediamo con forza l’adozione deriverebbe un risparmio di spesa pubblica di circa 45 milioni di euro, non dovendosi più sostenere le spese per uffici statali da istituire o integrare; le spese dei processi di funzionalizzazione; le spese per le elezioni delle nuova amministrazione.
Per di più, detti 45 milioni di Euro sono oneri parziali che prescindono dalla costituzione del nuovo ente Provincia di Fermo per il quale, stime ufficiose, fanno ritenere siano
necessari ulteriori 16 milioni di Euro.
Quanto sopra, senza tener conto degli eventuali incentivi per la redistribuzione del personale tra le due nuove realtà Provinciali, in cui
elevatissimo è il numero di dipendenti residenti nel territorio della nuova Provincia di Ascoli Piceno, tra i quali vi sono anche 145 unità di personale a tempo determinato di cui 105 unità la Provincia di Ascoli Piceno intende stabilizzare e che nella stragrande maggioranza risultano, anch’essi, residenti nel territorio della nuova Provincia di Ascoli Piceno.
In totale dunque le
spese di impianto, a regime, dovrebbero ammontare a più di 65 milioni di Euro. Le stime si basano su elementi ricavati indirettamente da noi dipendenti poiché mancano cifre e valutazioni ufficiali complessive sull’intera materia, in quanto probabilmente la vicenda della istituzione della nuova Provincia di Fermo è stata condotta senza valutare a fondo le conseguenze che un’operazione del genere avrebbe comportato.
A questi costi andrebbero ad aggiungersi i costi derivanti dall’aumento degli organismi politici e di supporto immediato:
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I Consiglieri Provinciali sono destinati a passare dagli attuali 30 per la sola Provincia di Ascoli Piceno a 48 in conseguenza della creazione dei due Consigli di Ascoli e Fermo ciascuno costituito da 24 componenti.
Dal momento che entrambe le province non raggiungono i 250.000 abitanti i costi aumenterebbero di circa il 60%, tanto che, per i due consigli, si spenderebbero 560.000,00 euro in più passando da 931.000,00 euro a 1.500.000,00;
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le stesse Giunte andrebbero raddoppiate così come i Presidenti di Provincia, i Presidenti dei Consigli, i Nuclei di valutazione, i revisori dei conti… con aumento dei costi del 100%, ossia dagli attuali 470.000,00 euro a 940.000,00;
Nel complesso pertanto, per ogni anno, l’aumento del costo relativo ai soli organi politici ammonterà ad oltre 1.000.000,00 Euro.
A quanto detto debbono essere aggiunti i maggiori costi di esercizio diversi da quelli relativi agli organi politici stimabili intorno a 3.000.000,00 di euro.
Stando, quindi, ai dati è chiaro che è indispensabile impedire la nascita di una assurda nuova realtà Provinciale di dimensioni ridottissime come quella di Fermo, che non raggiungerebbe il limite di 165.000 abitanti, da più parti e ricerche ritenuta antieconomica per dimensioni di territorio, cosa che in analogia accadrebbe anche nella nuova Provincia di Ascoli da sempre considerata “ la cenerentola” della Regione Marche.
Pertanto, bloccando la nascita della Provincia di Fermo ci sarebbe un immediato risparmio di circa 65 milioni di Euro e tale atto avrebbe, inoltre, diverse e significative valenze:
a)- dimostrerebbe che i programmi elettorali, là dove possibile, vengono da subito onorati;
b)- eliminerebbe o, comunque, attenuerebbe la crisi imprenditoriale ed occupazionale già evidente nel territorio provinciale Piceno;
c)- sarebbe un atto preliminare e prodromico alla effettiva eliminazione a livello costituzionale dell’ “ENTE PROVINCIA” che avete tutti propugnato;
d)- eliminerebbe le preoccupazioni ed il disagio di centinaia di lavoratori che sarebbero costretti a dover percorrere centinaia di chilometri al giorno per raggiungere la nuova sede di servizio con ingenti danni non solo economici ma che si ripercuoterebbero inevitabilmente sulla gestione del tempo e della famiglia.
Se pertanto, come ripetutamente affermato, è reale intendimento dare un segnale forte sulla via della riduzione della spesa pubblica, ponendo in primo piano la necessità di ridurre gli eccessivi costi della politica con la soppressione di tutti gli apparati inutili, non potrete non tenere in considerazione la viva preghiera rivolta da noi tutti, affinché sia evitato il grave danno della costituzione di un nuovo ed inutile ente Provinciale, ridicolo per dimensioni di territorio e popolazione, che non comporterà alcun beneficio, anzi acuirà la grave crisi economica già in atto nell’intera area provinciale, che nel prossimo futuro sarà peggiorata dall’aggravarsi del trend negativo della non-crescita della produzione in Italia, stimata ulteriormente al ribasso per il 2008.
Per tutte queste ragioni, speriamo che conveniate nel valutare come nella fase attuale non possa esistere nulla di più inutile ed antieconomico che far nascere oggi un Ente, che fra qualche anno, a causa del mancato raggiungimento dello standard ottimale, dovrebbe essere soppresso, riportando la situazione a quella che era quo ante, ossia al riaccorpamento del territorio della neo Provincia di Fermo con quello della Provincia di Ascoli Piceno.
La politica locale, sottovalutando le gravi conseguenze economiche, sociali e familiari a cui questo territorio viene esposto dividendolo in due micro entità provinciali, non riesce a distaccarsi dai campanilismi e dai celati egoismi di casta.
Ci rivolgiamo alle SS.LL. con l’auspicio che questo nostro appello riceva la necessaria attenzione del caso, con l’adozione dei conseguenti provvedimenti sospensivi della istituzione della Provincia di Fermo, che sicuramente eviteranno alla comunità provinciale Picena conseguenze dannose ed ingiuste da essa stessa non volute e non ricercate, dando peraltro un segnale forte che tenda verso il concreto avvio del risanamento pubblico. I firmatari della presente nutrono viva speranza nella adozione del provvedimento richiesto».