«Affinché la nuova provincia di Ascoli abbia pari dignità con le altre province marchigiane»
Villa Alvitreti il giovedì immediatamente precedente il turno elettorale ( sono state stimate oltre 1000 persone) ha dimostrato che, di questi tempi, la base risponde in maniera massiccia soltanto alla chiamata degli amministratori comunali, ed i sindaci in particolare, primi interlocutori tra il comune uomo della strada e la politica.
In quella occasione i candidati della Pdl, di fronte alla folla, presero degli impegni precisi a ritornare nel Piceno per prendere coscienza degli immani problemi che affliggono questo territorio.
Ecco perché attendiamo con trepidazione le prossime nomine di governo, dopo essere stati compiacenti dei risultati elettorali, anche se poco partecipi dei festeggianti conseguenti per la consapevolezza che, comunque, nella maggioranza, l’ascolano non sarà rappresentato.
Conosciuti i nomi di chi avrà responsabilità di governo, i firmatari sono intenzionati a ripetere l’esperienza preelettorale, chiamandoli in causa in una assemblea pubblica per ricordare loro certe priorità:
- L’oramai devastante crisi occupazionale e di impresa;
- La necessità di uniformare determinate normative a quelle del vicino Abruzzo per evitare esodi d’imprese a sud del fiume Tronto;
- L’emergenza dovuta alla divisione della provincia di Fermo con il probabile esodo di nuclei familiari verso il nuovo capoluogo di provincia e conseguente, ulteriore, impoverimento della restante parte del territorio;
- La necessità impellente dell’ammodernamento di infrastrutture viarie come l’Ascoli-Teramo e la S.S. Salaria;
- La verifica della nuova identità della nuova provincia di Ascoli Piceno nel contesto regionale, ora più che mai da considerare zona franca, schiacciata a nord dalla nuova provincia di Fermo, a sud dalla vicina Val Vibrata, da considerare però oramai parte integrante della val Tronto, ad ovest da Lazio ed Umbria;
- La necessità di prevedere per il Piceno una legge speciale che vada oltre la pianificazione regionale in modo che Ascoli Piceno possa rappresentare il capoluogo di fatto di un territorio che vada oltre i confini amministrativi;
- La necessità di avere un punto di riferimento presso il governo regionale. Come in Parlamento il territorio non avrà rappresentati regionali di maggioranza e l’eventuale delega al Piceno potrebbe essere conferita ad un amministratore, pur lodevole, che ha fortemente contribuito alla frammentazione della provincia;
L’obbiettivo è ché la nuova provincia di Ascoli abbia pari dignità con le altre province marchigiane in attesa che queste scompaiano definitivamente, chiedendosi che senso ha portare avanti la provincia di Fermo, con tutte le sue drammatiche conseguenze, visto che uno dei punti imprescindibili di uomini di spicco di maggioranza è quello dell’abolizione delle province.
Inoltre, considerato che le segreterie locali sono state ignorate nelle scelte delle candidature locali forse per una scarsa credibilità o forse per particolari litigiosità che hanno fatto intravedere motivazioni anche personalistiche, che nulla hanno a che vedere con le problematiche del territorio, si chiede un rapporto diretto con le uniche istituzioni elette nella zona che possono sicuramente dare delle risposte adeguate alle innumerevoli problematiche di questa zona di confine.
Per questo, come già anticipato nella riunione di Villa Alvitreti, considerano necessaria, per evitare che il voto acquisito induca a facili dimenticanze, la nascita di un movimento, che partirà prevalentemente dagli ambienti vicino al centro destra ma con forte connotazione territoriale, che abbia come unico programma politico le elencate priorità del piceno, e che sia composto da amministratori attuali o ex amministratori pubblici o da comuni cittadini che abbiano a cuore solo certe, impellenti esigenze».
Pasquale Allevi Sindaco di Folignano
Giuseppe Mariani Sindaco di Roccafluvione
Armando Falcioni Sindaco di Maltignano