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Ciccanti: Io un pirla, lei passeggia in bicicletta
C'è tutta l'aria di una probabile crisi anticipata in Comune
Il sindaco aveva rimandato al mittente le accuse di cannibalismo politico lanciate dal parlamentare, che non ha digerito la campagna acquisti del Pdl in casa sua dove hanno cambiato casacca i consiglieri comunali Cinelli, Mariotti e Tosti Guerra. Il messaggio di Ciccanti è chiaro: nel 2009 con le comunali ascolane ci sarà la resa dei conti. L'on. Ciccanti parla avendo il coltello dalla parte del manico: il 7,75% ottenuto nel territorio comunale dall'Udc pone il suo partito in qualità di decisore politico del governo cittadino.
E ora infilza il sindaco di Ascoli con una delle sue lettere aperte scritte col fioretto.
«Egregio signor sindaco di Ascoli, non mi aspettavo le scuse, conoscendo la sua prosopopea, ma un'autocritica sì. Invece Lei rilancia e minaccia. Non è il mio stile. Le cattiverie preferisco subirle che farle. Lei è fatto così, sa solo prendere! - attacca Ciccanti -, come ha fatto sfruttando il disorientamento di qualche consigliere comunale dell'Udc, anche per colpa della sua gestione personalistica del Comune.
Le furberie - dice l'ex senatore Udc e possibile eletto alla Camera - possono anche aiutarla a togliersi qualche 'ulteriore soddisfazione politica' personale, ma non sarà certo ricordato nella storia politica ascolana per aver assoldato tre voltagabbana.
Lei si candida a passeggiare in bicicletta e, bene che le andrà, a togliersi qualche sassolino dalle scarpe per compiere qualche piccola vendetta. Il sottoscritto invece si candida al Parlamento a testimoniare la buona politica. Più che 'volpe' - conclude Ciccanti - dovrei sentirmi un 'pirla' per essere stato come politico, e come ascolano, soggiogato impunemente da un sindaco eletto con i miei voti che li ha usati contro di me e contro un ascolano, per sostenere candidati di fuori provincia e fuori regione».