Celani: meno rotazioni di direttori e più risorse

Celani: meno rotazioni di direttori e più risorse

«Tutta la sanità picena va a rotoli. La Regione sorda ad ogni richiamo di responsabilità»

Beh! Che fossimo una zona di frontiera quello lo sapevamo già. Anzi. Più che zona di frontiera eravamo e siamo terra di nessuno. Nei prossimi giorni, in Conferenza dei Sindaci, saremo chiamati a valutare l’operato di Carmosino. Ma ben oltre l’operato specifico lo faremo anche e soprattutto in relazione alle  risorse finanziarie che la Regione Marche ha assegnato (o non assegnato) a questo territorio.
La nostra non sarà quindi soltanto una certificazione dell’operato dell’attuale direttore generale dell’Asur, ma una valutazione dell’operato della Regione.
Una Regione ancora una volta drammaticamente assente e sorda ad ogni richiamo di responsabilità nei confronti di un territorio colpevolmente abbandonato. In questi anni, ma ahimè inutilmente, abbiamo più volte sollecitato i vertici sanitari regionali ad una maggiore attenzione verso Ascoli e il Piceno. Più volte abbiamo richiamato l’attenzione sulle inefficienze del servizio sanitario in queste terre.
A nulla sono valse le nostre denunce. Scarsa attenzione c’era, scarsa attenzione c’è. Né un irrituale giro di valzer dei direttori generali potrà migliorare la situazione. Forse peggiorarla perché non garantisce la continuità gestionale.
Ecco quindi le lunghe file al Pronto Soccorso, Emodinamica di là da venire e un po’ tutta la sanità picena che va rotoli. In compenso assistiamo ad ulteriori accentramenti di servizi ad Ancona e per Ascoli? Nessuna paura. Ci attende un futuro luminoso. Insieme a San Benedetto del Tronto faremo un bell’ospedale di vallata. Saremo di frontiera quanto si vuole, ma vuoi mettere un bell’ospedale di  vallata! Peccato che, nel frattempo, i  cittadini ascolani e piceni chiedano servizi sanitari che non hanno e che non vorrebbero avere, se mai li avranno, tra chissà quanti  anni.
E allora Mezzolani, anziché ruotare i direttori generali, farebbe meglio a ruotare i finanziamenti, indirizzandone di più verso la frontiera».