Lassessore Emili: «Con il Piano casa risposta organica al problema abitativo da anni»
comunali per l’acquisto della prima casa e la ristrutturazione di immobili nel centro storico. Di fatto, il documento sblocca il bando 2007 per questo tipo di contributi, che era rimasto in sospeso proprio in vista delle modifiche approvate venerdì scorso. A questo punto un bando unico, relativo al 2007 e al 2008, verrà emesso a giorni.
Tre le principali novità: mentre in precedenza la domanda poteva essere inoltrata per l’acquisto della casa effettuato l’anno precedente, ora si può chiedere questo contributo anche per un immobile acquistato fino a tre anni prima (per quest’anno, dunque, fino al 2005). Inoltre, mentre in precedenza il contributo (rimasto invariato a poco più di 5 mila euro, ma reso “fisso”, cioè non più legato al 5% del mutuo ottenuto) veniva erogato in cinque rate annuali, ora si procederà alla liquidazione in due sole rate: all’atto dell’accettazione, e dopo 12 mesi. Terza importante novità, il fatto che dal 2009 il fondo comunale per questo tipo di interventi raddoppia, passando da 25 a 50 mila euro.
Particolarmente soddisfatta l’assessore alle Politiche della città solidale Loredana Emili. «Gli interventi dell’Amministrazione comunale», afferma la Emili, «verranno presto integrati dal Piano casa, che gli uffici tecnici stanno ormai ultimando. L’emergenza abitativa riceve pertanto una risposta organica che mancava da anni. Naturalmente la nostra attenzione su questo tema resterà alta anche in futuro, per cercare di risolvere un problema lasciato per troppo tempo senza risposte».
In effetti il Piano casa è stato realizzato dai tecnici comunali, coordinati dall’arch. Luigina Zazio, e dovrà ora affrontare una serie di passaggi prima dell’approvazione in Consiglio comunale. Si prevede il recupero e la ristrutturazione di immobili fatiscenti sia pubblici che privati, con lavori eseguiti da parte di questi ultimi, e cessione al Comune di una serie di alloggi, appunto da destinare a finalità sociali. La Finanziaria 2008, del resto, prevede proprio il recupero di edifici privati, considerando gli alloggi ceduti come “standard aggiuntivi”, per servizi. Il recupero di alloggi pubblici, invece, avviene tramite “progetti d’area” messi a bando: gli immobili pubblici vengono recuperati dai privati, ma la pubblica amministrazione paga il costo cedendo una parte di questi immobili.