Le Marche, una regione dove lo sviluppo economico si è realizzato senza fratture, hanno accolto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con una full immersion nei temi dell'economia e dell'impresa: occasione, un convegno all'Università Politecnica dedicato all'"Economia marchigiana nel mercato globale". Economisti e industriali di vecchia e nuova generazione - da Vittorio e Francesco Merloni a Diego Della Valle, passando per il papà delle Winx Iginio Straffi e il vice presidente dei Giovani di Confindustria Cleto Sagripanti - hanno prospettato al Capo dello Stato successi e difficoltà del continuare a intraprendere in un mercato sempre più globalizzato e "feroce". E Napolitano, che le Marche le conosce bene, ha lodato la tenuta del 'modello marchigiano', sottolineando la «singolare sintonia che realizza fra realtà produttiva, istituzioni e autonomie, restando in armonia con i valori della gente marchigiana». Un esempio che è l'opposto del "dualismo dello sviluppo italiano" che «non è solo fra nord e sud del Paese», ha ricordato Napolitano, e che è frutto di «formidabili energie creatrici che vengono dal mondo imprenditoriale e dal mondo del lavoro», e sono sostenute dal sistema istituzionale e da «intelligenze straordinarie, innovative e anticonvenzionali», come quella dell'economista Giorgio Fuà, il fondatore della Facoltà di Economia e l'Istituto di formazione manageriale Adriano Olivetti di Ancona. «Le Marche - aveva esordito nel suo saluto il presidente della Regione Gian Mario Spacca - sono una terra del fare, dove la disoccupazione è quasi inesistente (2,7%) e il tasso di crescita dell'export ha raggiunto il 14%». Certo anche qui i problemi non mancano, e li ha ricapitolati Diego Della Valle, citando «il disagio di tante famiglie e pensionati ad arrivare a fine mese». «Da dieci-quindici anni - ha aggiunto mister Tod's - tutti i politici dicono che salari e pensioni figurano al primo posto della loro agenda, ma spesso si limitano a cambiare cravatta o slogan pubblicitari». Nell'attesa, «siamo noi imprese ad aver fatto qualcosa, senza voler scavalcare i sindacati» ma coniugando «solidarietà e competizione, che qui nelle Marche, dove la reputazione personale e sociale è un concetto che ha ancora un senso, esistono da sempre». «Qui i giovani corrono - ha scherzato Vittorio Merloni, presidente della Indesit - ma anche noi vecchi corriamo, anzi forse corriamo di più, perché come diceva mio padre non c'é successo economico dell'impresa senza impegno per lo sviluppo sociale». «L'arma della creatività, che oggi è soprattutto design industriale - ha osservato Iginio Straffi, ad della Rainbow - è quella che può sostenere il Made in Italy nel mondo, anche in settori inediti, come i cartoon. Le fatine Winx sono nate fra i girasoli e la cupola di Loreto, tentando di sposare la creatività a contenuti culturali italiani ed europei». Da battistrada nel campo del design hanno fatto le aziende del Gruppo Guzzini, rappresentate da Adolfo Guzzini, ma anche nella meccanica c'è un primato mondiale che è nato qui, in Vallesina, quello delle macchine olearie del gruppo Maip di Gennaro Pieralisi, che al presidente Napolitano ha prospettato i i problemi dell'isolamento infrastrutturale della regione. Fra le prime regioni imprenditoriali d'Europa, ha ricordato Francesco Merloni, presidente della Mts, le Marche sono ancora oggi inserite felicemente in un contesto di "competizione globale internazionale", grazie alla struttura per distretti, alle fabbriche diffuse e all'alto livello di qualità della vita e dell'ambiente". Ma per reggere «devono creare condizioni di competitività territoriale», secondo il presidente della Confindustria regionale Federico Vitali. E molto c'è ancora da lavorare, ha ricordato a nome dei sindacati confederali Graziano Fioretti, segretario regionale della Uil, per combattere gli infortuni sul lavoro, il lavoro nero e l'evasione fiscale e contributiva.