Celani non lo vuole candidare per primo il suo partito

Celani non lo vuole candidare per primo il suo partito

«La sua candidatura la consideriamo come una “fuga” da Ascoli e dai problemi »

Una altalena di notizie e di chiacchiericcio che è diventata un bruttissimo esempio di egoismo personale di mancato rispetto delle Istituzioni e dei cittadini amministrati.
Tutta la città e le sue sorti è sospesa a un filo: Celani si dimette o no? E se si, quando?
La città con i suoi operatori economici, con i commercianti, con i suoi cittadini, con le forze sociali e produttive, con le organizzazioni  sindacali alle prese con una pesante crisi occupazionale…tutti costoro sono costretti ad assistere ad una tragico-commedia inventata dal Sindaco Celani: va o non va a Roma? Si candida o no? Si vota ad Ascoli il 13 e 14 aprile o quando? Tutto è sospeso ad Ascoli. Non esiste nient’altro che questa stucchevole storia.
Colpa dell’irresponsabilità del Sindaco che sta “sgomitando” per andare in Parlamento dopo la inaspettata crisi del governo nazionale: con una occasione considerata da Celani  così ghiotta e favorevole e da non  mancare assolutamente.
Ma il posto ancora non è sicuro e quindi il nostro sta ancora barcollando nel dubbio e non ha ancora deciso cosa fare,  anteponendo, così, i propri interessi di parte e personali a quelli di una intera comunità.
I problemi, e tanti di questa città, restano sul tappeto e possono tranquillamente aspettare, l’importante è trovare tutte le condizioni possibile per farsi eleggere in maniera sicura e certa.
Ma il suo partito, FI, e cioè chi lo conosce bene e meglio di noi, evidentemente non fidandosi di lui ha frapposto numerosi ostacoli alla sua candidatura. Qualche motivo ci sarà pure. Anche il suo Partito non considera il sindaco Celani adatto a rappresentare il territorio ascolano in Parlamento. Nonostante i suoi due mandati da Sindaco, nonostante il potere elettorale, nonostante le sue pacche sulle spalle, nonostante la sua popolarità: per Forza Italia non è il candidato giusto. Vorrà dire pure qualcosa.
Quando i nodi vengono al pettine, quando cioè i problemi non possono essere più risolti, al nostro coraggioso sindaco non resta che trovarsi una via di fuga: una candidatura che lo traghetti a Roma, lasciando la città indifesa e umiliata alle sue avverse sorti.
Certo che con nove anni di promesse mai mantenute non si fa tanta strada.
Oramai nessuno, della sua stessa maggioranza, riconosce in lui la persona che potrà portare a termine i suoi ambiziosi progetti rimasti nei cassetti comunali e nella propria testa. Molti cominciano a prendere le distanze da lui. Questa querelle delle dimissioni è la cartina al tornasole della divisione che il Sindaco ha creato anche al suo interno, tra le forze della sua stessa maggioranza. E ha ampliato il suo distacco dalla società civile e politica della città. Potrebbe rappresentare l’ultima sua ambizione che lo porterà, nel caso di non candidatura, a finire il suo mandato con un anno particolarmente difficile e irto di ostacoli e di sfiducia tra le stesse forze di maggioranza.
Se fosse stata una cosa lineare e trasparente non avremmo obbiettato alcunché.
La sua candidatura la consideriamo come una “fuga” da Ascoli e dai problemi che lui non ha saputo risolvere in nove anni. E’ un abbandono: lascia la nave prima che affondi, lui che si atteggiava a  un coraggioso capitano.
La sua stessa maggioranza (o già ex?) sta prendendo le misure e le distanza da lui, avendo valutando concretamente che se il sindaco lascia, lascia una brutta eredità. Una amministrazione ferma ed incapace di risolvere uno, che sia uno, dei tanti problemi della città.
Noi gli chiediamo solo che prima di lasciare debba fare un atto politico preciso e netto: deve nominare immediatamente i nuovi CdA delle tre società partecipate; che in questi anni operato in aperta violazione con le incompatibilità palesi dei suoi tre Presidenti-Assessori  (Tega, Lattanzi e Silvestri). Un atto fondamentale e chiarificatore che potrà permettere alle forze politiche più responsabili che resteranno in città una valutazione più attenta e precisa del disastroso bilancio consuntivo che si sta abbattendo sulla città e sulle tasche degli ascolani.
Se non farà nemmeno questo sarà enorme e imperdonabile la sua irresponsabilità politica e civile.
Comunque fino d’ora questo atteggiamento personalistico di Celani rappresenta la pagine meno nobili e deprimente che la città non si aspettava certo di subire.
Gran brutta figura e gran brutta storia…
Toccherà al centro sinistra rimettere a posto le cose, costruire una nuova fase politica ed amministrativa in difesa dei cittadini e per la tutela e la garanzia dei loro diritti, con giustizia ed uguaglianza.