risposte a questa imbarazzante crisi. «Ritengo che le aziende che stanno chiudendo rappresentino il segno tangibile di una crisi profonda di questo territorio – ha dichiarato Di Emidio - La Foodinvest, ad esempio, apriva sul finire degli anni ’50 e si è distinta per un lungo periodo anche sul piano internazionale, rendendo onore al Piceno». L’esponente dei Circoli della Libertà delle Marche ha riferito che lunedì prossimo a Milano incontrerà la Brambilla per poter esporre anche a lei la situazione di emergenza su cui riversa il Piceno. «La chiusura di queste aziende – ha poi continuato la Di Emidio - rappresenta non solo la disoccupazione per centinaia di dipendenti ascolani, ma anche una grave crisi economica e di immagine per il Piceno a cui occorre porre rimedio alla svelta attraverso soluzioni concrete ed efficaci. Nell’ascolano la disoccupazione è pari al 20%, supera dunque di quattro volte quella di tutte le altre province delle Marche». E ha infine concluso: «Non c’è più tempo per puntare il dito addosso a qualcuno, è necessario analizzare le cause, ma con lo scopo di risanare l’impreditoria ascolana, attuando politiche che possano concorrere, in tempi brevi, a far risalire l’economia di questo territorio e insieme la sua innata vocazione turistica».