Con tre "si" sarà possibile cambiare la legge elettorale
Obiettivo del comitato promotore è quello di modificare l’attuale sistema di voto. Il Parlamento italiano può però evitare di arrivare alle urne e impedire lo svolgimento del referendum solo se metterà mano all’attuale legge. Una riforma del sistema elettorale in vigore, metterebbe al riparo i partiti dalle drastiche conseguenze che l’iniziativa referendaria comporterebbe. Se i cittadini votassero a favore dei tre quesiti noi avremmo l’abrogazione delle candidature multiple e il divieto di presentare liste collegate. Ecco il contenuto dei quesiti che saranno sottoposti ai cittadini: i primi due riguardano l’attribuzione del premio di maggioranza sia alla Camera sia al Senato e stabiliscono che esso venga attribuito solo al partito che ottiene più voti e non anche alla coalizione vincente come avviene ora. Il terzo infine stabilisce che nessun candidato possa presentarsi in più di un collegio. Ovviamente il comitato promotore dell’iniziativa esulta, per voce del suo ideatore politico Mario Segni e attende il 10 Febbraio, giorno in cui la Consulta depositerà la sua decisione elencandone le motivazioni. Contrastanti invece le reazioni del mondo politico, c’è chi saluta con favore l’evento e chi come Prodi, Casini, Mastella (per la verità in questo momento è più spaventato dai giudici) e la Cosa Rossa non dorme affatto sonni tranquilli. Anche Berlusconi si è detto soddisfatto, per lui sarebbe più facile votare per il referendum che per la Bozza Bianco. Più ambigua la posizione di Veltroni che avrebbe da guadagnarci in entrambi i casi, tanto a rimetterci la pelle sarebbe solo il premier Prodi, gestore di una polveriera più che capo di una maggioranza politica. E quindi eccoci al paradosso, in un Italia dove il Parlamento arranca e l’orizzonte delle riforme sta scomparendo alla vista, c’è bisogno dei cittadini per fare l’unica vera riforma degli ultimi 15 anni, come accadde già nel 1993, non a caso i personaggi del remake cinematografico de "il Referendum" sono sempre gli stessi.