Favorevole invece a sostenere un’imprenditoria seria e capace, in grado di superare gli ostacoli puntando sul valore umano del lavoro. E’ ora che anche il mondo creditizio locale batta un colpo. Bene il sindacato che torna a ‘sporcarsi le mani’ in fabbrica al fianco dei lavoratori e della loro sicurezza sul lavoro. Meno bene una certa politica che preferisce il dire al fare, come nel caso del sindaco di Ascoli, Celani”.
Urge fare estrema chiarezza sul dualismo del sistema imprenditoriale locale: da una parte i (falsi) imprenditori che pensano solo a lucrare sul lavoro e sui lavoratori, dall’altro invece quanti s’impegnano seriamente e rischiano anche in proprio per portare sviluppo e benessere economico al territorio. I casi Foodinvest, Bluradia, Ahlstrom, Gifar e Germa, sono purtroppo figli del primo sistema, che ha bisogno di essere combattuto in maniera forte e senza alcun tentennamento. In primis dalle istituzioni. Il mondo del lavoro e le imprese debbono essere sostenute, ma solo quando si è in presenza di una progettualità seria in grado portare sviluppo ed occupazione. Un fattivo sostegno deve però arrivare anche dal mondo del credito, senza l’aiuto del quale molte imprese, con l’introduzione da quest’anno del trattato di Basilea 2, rischiano di non farcela. I lavoratori hanno invece bisogno di certezze e di serietà imprenditoriale su cui scommettere il proprio futuro. Bene il sindacato, quando afferma (Epifani nell’intervista a la Repubblica) che deve tornare in prima linea, deve tornare a sporcarsi le mani con la condizione del lavoro in fabbrica, in tutti quei luoghi di lavoro ove ad essere minacciata è la dignità stessa del lavoro e la sicurezza sempre più un optional. Una “autoriforma” che bisognerebbe introdurre anche in una certa politica che privilegia il dire al fare: il caso del sindaco di Ascoli Piero Celani, e le sue recenti esternazioni, è in questo senso emblematico.
e Assessore alla Formazione Professionale e Politiche Attive del Lavoro