Tu ed Andrea Assenti (Forza Italia) siete considerati le uniche vere giovani 'rivelazioni' del panorama politico locale. Ne vedi altre?
«Non saprei se definirle 'rivelazioni' o no, ma vedo un consiglio nutrito di persone che vogliono far bene e che stanno aiutando a crescere anche chi, come me, è alla prima esperienza nell'amministrazione. Non sta a me valutare i miei colleghi, questo lo faranno gli elettori. Di certo le 'nuove leve' sono poche, e questo è molto grave. Da una parte c'è una tradizionale 'chiusura' degli apparati partitici, governati da lobby di 'padroni' storici; dall'altro lato c'è un sostanziale rifiuto da parte dei giovani di mettersi in gioco nella politica, considerata una cosa 'sporca' in sè e non, semplicemente, nelle sue degenerazioni. La più grande sfida che ha davanti la sinistra è dimostrare coi fatti, in un mondo globalizzato dominato da enormi interessi economici, che la politica può ancora soddisfare i bisogni degli uomini, smettendo di essere una sfera separata e autoreferenziale costruito ad uso, consumo ed abuso di una 'casta'. E questo si fa discutendo di problemi seri, non alimentando polemiche stucchevoli e inconcludenti o dando vita al teatrino che tutti i giorni vediamo sui telegiornali o sui giornali. Questa è la nostra linea e la perseguiremo fino in fondo».