«Ci opporremo allinstaurazione di un clima da regolamento dei conti»
a tutti coloro che in queste settimane hanno lavorato incessantemente per ripristinare il servizio idrico. Mi sento però in dovere di fare alcune considerazioni. Tutti ci siamo interrogati su come possa essere accaduto un evento così grave, se potesse essere previsto e prevenuto e a chi addossare responsabilità, sempre che il crollo di Tallacano possa essere addebitabile a negligenza o dolo o se semplicemente fosse un evento del tutto imprevedibile. Ho trovato inopportune e fuori luogo però, le violente reazioni di vari esponenti politici, apparse sulla stampa locale nell’immediatezza dei fatti, più interessate ad addossare colpe e responsabilità che a preoccuparsi del danno in se e a quali strategie ed azioni immediate adottare per alleviare i disagi della cittadinanza e degli operatori economici. Certe dichiarazioni avevano troppo il sapore di una speculazione con fini esclusivamente politici. Ciò non vuol dire che non si dovranno accertare responsabilità e chiedere conto di quanto avvenuto, ma non aiuta sparare a zero su tutti quando ancora vi è uno stato di emergenza e quando non vi è stato un chiaro accertamento dei fatti, tanto più quando anche la magistratura sta valutando l’accaduto. L’Alveare si opporrà all’instaurazione di un clima da regolamento dei conti, impegnandosi sin d’ora, con proposte concrete, ad avviare un confronto propositivo e risolutivo sulle carenze strutturali e gestionali del servizio idrico integrato delle acque. Quanto ai miei concittadini, mi sento di esortarli con convinzione a considerare quanto accaduto in questi giorni in cui i nostri rubinetti sono rimasti a secco, un utile insegnamento per la gestione futura delle risorse idriche del nostro territorio. Credo infatti, che, l’asciutta estate dello scorso anno e i fatti di questi giorni debbano farci riflettere verso un uso più accorto e consapevole dell’acqua, che troppo spesso consideriamo un bene inesauribile e dimentichiamo, a causa di cattive abitudini e di una scarsa cultura civica, quanto sia indispensabile anche ai nostri bisogni più elementari. Ci accorgiamo del suo insostituibile valore solo nei momenti di emergenza, come quelli che abbiamo e stiamo affrontando».