Rossi: nelle classifiche occorre pensare di più al benessere

Rossi: nelle classifiche occorre pensare di più al benessere

«Prestare meno attenzione al P.I.L. (Prodotto Interno Lordo) e più al B.I.L. (Benessere Interno Lordo)»

Lo spiega bene il direttore dell’istituto di ricerca autore della particolare classifica che, per la prima volta, quest’anno si affianca alle classifiche basate sugli indicatori economici: “Il livello di felicità collettiva di un territorio - scrive - non è affatto in relazione allo sviluppo economico… Fino a qualche anno fa si pensava che il mix degli indici che definiscono la vivibilità urbana fossero solo di natura economica, imprenditoriale, finanziaria e culturale… Nel tempo però si è compreso che la percezione del vivere bene non è esclusivamente in relazione alla ricchezza dei cittadini e al trend dei consumi, sia necessari sia ludici, ma anche alla misura della felicità personale e collettiva”. Esattamente quanto, proprio 40 anni fa, disse Bob Kennedy, e cioè che “il PIL… misura tutto eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta”. Forse il titolo della ricerca andrebbe rivisto oppure andrebbero rivisti gli indicatori che concorrono a formare la graduatoria finale. Insomma, è ora di prestare meno attenzione al P.I.L. (Prodotto Interno Lordo) e più al B.I.L. (Benessere Interno Lordo). Peraltro, anche scendendo nel dettaglio delle singole graduatorie troviamo risultati incoraggianti che ci fanno primeggiare in campo regionale: il rapporto tra iscrizioni e cancellazioni di imprese alla Camera di Commercio è a 1,43, cioè per ogni impresa che chiude ce ne sono quasi una e mezza che aprono; per ogni 100 persone che decidono di lasciare questo territorio ce ne sono 130 che chiedono di venire qui a vivere; o ancora, abbiamo 109,21 attività ricreative e culturali per 100.000 abitanti. Senza trascurare che anche quest’anno il territorio provinciale è all’ottavo posto assoluto per l’indice di sportività, un valore composto da ben 36 indicatori che tengono conto sia dell’offerta di attività sportive sia del numero di tesserati. Naturalmente non mancano fonti di preoccupazione, a cominciare dalla percezione della gravità attribuita al problema – lavoro. Evidentemente però la rete protettiva e di solidarietà sociale consente di guardare al futuro e al proprio contesto di vita con maggiore serenità e con un ottimismo di cui facciamo tesoro nel nostro lavoro per riposizionare e rilanciare il nostro sistema economico verso modelli più avanzati e sostenibili».