/Università, Celani attacca tre consiglieri provinciali di maggioranza
Università, Celani attacca tre consiglieri provinciali di maggioranza
«Li invito ad attivarsi presso Provincia e Regione per sbloccare il finanziamento in tempi rapidi»
«Non bastavano le mozioni dell’opposizione in Consiglio Comunale sul Polo Universitario. Ora le presentano anche alcuni consiglieri, di maggioranza, in Consiglio Provinciale. E’ il caso di una mozione a firma dei consiglieri provinciali Stefano Stracci, Remo Bruni e Domenico Re che invitano “il Presidente della Provincia, anche in qualità di socio del Consorzio Universitario Piceno, ad intervenire presso il Comune di Ascoli Piceno per verificare le motivazioni di tali ritardi, chiedendo conto all’Amministrazione Comunale della città di Ascoli Piceno di tale ingiustificato comportamento, al fine di rendere edotto il Consiglio Provinciale della reale situazione che ha reso complicato e difficile l’intero iter del progetto dell’ampliamento del Polo Universitario Piceno di Ascoli Piceno”. In attesa che il presidente Massimo Rossi mi chieda conto del mio comportamento, provvedo a rendere edotti i tre consiglieri ma con una premessa, doverosa. Trovo infatti alquanto singolare che consiglieri provinciali chiedano conto del comportamento di un Sindaco e per giunta circa una materia sulla quale l’Amministrazione Comunale ha completa autonomia. E dire che Domenico Re e Stefano Stracci sono presidenti rispettivamente di Piceno Consind e Ato 5 e dovrebbero quindi sapere come fare per attingere informazioni da Ente ad Ente, o meglio ancora da Presidenti a Sindaci. Evidentemente finora ho sempre sbagliato a chiedere informazioni direttamente ai responsabili di codesti Enti. Vorrà dire che per il futuro mi adeguerò ai loro insegnamenti. Ed ora lasciamo parlare i fatti. Circa il Polo Universitario abbiamo dovuto fare un percorso ad ostacoli e ogni volta se ne aggiungeva uno nuovo. Nella vicenda sono intervenuti: il Tar, il Dipartimento delle Politiche Comunitarie presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’Autorità di Vigilanza sui Lavori Pubblici, il Collegio di Vigilanza dei Prusst e la Regione Marche attraverso il Nucleo di Valutazione del Project Financing. Ed ogni volta, ad ogni passaggio, ad ogni controllo di questi organismi, la procedura del Comune di Ascoli è stata sempre, ripeto, sempre, riconosciuta corretta.
Peccato che ad ogni passaggio passavano dei mesi. Particolarmente attiva nel frapporre ostacoli la Regione Marche che ogni volta che superavamo un problema spostava in avanti i termini del finanziamento. Esempio concreto. Novembre 2004. Dopo la visita della Giunta regionale al Comune di Ascoli e dopo che Spacca e l’assessore agostini si erano espressi positivamente sul nostro progetto (Spacca addirittura in termini entusiastici) ci si chiedeva di far vagliare il progetto all’autorità di vigilanza dei Prusst. Ottenuto il via da tale organo la Regione Marche interviene e rimanda tutto al superamento di un altro ostacolo: la redazione del progetto esecutivo. Febbraio 2007. Inviamo l’adozione definitiva della variante urbanistica alla Provincia per l’approvazione finale. La risposta, guarda caso, è arrivata alla fine dei 180 giorni previsti dalla legge (anzi, nella prima convocazione della conferenza dei servizi ci si è perfino dimenticati di invitare il Comune di Ascoli!!), con una serie di prescrizioni che ci hanno costretto a rivedere completamente il progetto perdendo ulteriore tempo. Ma siccome teniamo troppo allo sviluppo di questa città non ci siamo scoraggiati tant’è che la prossima settimana la Commissione competente esaminerà il progetto per poi farlo approvare dal Consiglio Comunale. Mi conforta però, nel leggere la mozione dei tre autorevoli esponenti dell’ex Ds che la loro solo preoccupazione è il “ritardo” ma non il “contenuto”, quindi ne deduco che siano favorevoli al progetto nel suo insieme. Per questo li invito, una volta che il progetto avrà chiuso il suo iter in Consiglio comunale ad attivarsi presso Provincia e Regione per sbloccare il finanziamento in tempi rapidi. Certo tutte queste informazioni le avrebbero potuto attingere direttamente dai consiglieri comunali del centrosinistra perché in questi anni si sono sempre particolarmente distinti non per contribuire a snellire l’iter presso le Amministrazioni loro politicamente vicine ma per far chiedere alla Provincia come mai i lavori ritardino».