Crisi del lavoro nel Piceno, FI: intervenga la Regione

Crisi del lavoro nel Piceno, FI: intervenga la Regione

Nell'Ascolano c'è stata una riduzione di posti di lavoro pari al 4%

Lo affermano il coordinatore regionale di FI Remigio Ceroni e il consigliere Vittorio Santori, secondo i quali il Governo Prodi e la giunta regionale delle Marche non sono in grado di far fronte alle criticità che emergono nei distretti produttivi. «Con la costituzione della nuova Provincia di Fermo - sottolineano Ceroni e Santori - i dati raccolti dalle due Camere di commercio di Ascoli Piceno e Fermo devono essere tenuti ben distinti, e vanno pubblicati il più rapidamente possibile». L'ascolano, ricordano, soffre da tempo di un grave processo di deindustrializzazione, che ha prodotto una riduzione di posti di lavoro pari al 4%, in particolare fra le donne e i giovani. «Purtroppo - si legge in una nota di FI - i grandi gruppi insediati nel territorio e le stesse istituzioni non hanno offerto un apprezzabile contributo alla formazione di un nuovo management in grado di creare Pmi indispensabili per garantire un tessuto economico attivo ben radicato nella realtà locale». Un progetto che avrebbe richiesto una particolare attenzione alla "formazione avanzata", con la presenza determinante delle istituzioni economiche e del management. L'apporto delle università marchigiane, e in particolare della Politecnica, notano Ceroni e Santori, al di là delle attività istituzionali (insegnamento e ricerca teorica), dovrebbe orientarsi sempre più verso l'impresa, e sempre meno verso le istituzioni. Un impegno che impone dunque al sapere accademico un cambio strategico di intervento nel territorio e forti investimenti, ai quali devono far fronte lo Stato, la Regione Marche, le istituzioni locali ed economiche e le associazioni  imprenditoriali. I nodi della formazione d'impresa e della ricerca, dicono Ceroni e Santori, vanno affrontati insieme, in un contesto che oggi appare alquanto carente «per la presenza deficitaria dello Stato e della Regione». La Finanziaria 2008 penalizza fortemente le Pmi con l'Ires, imposta precedentemente non applicata e un'"asfissiante pressione fiscale" (43% sul Pil nel 2007). Mentre la Regione Marche governata dal centro sinistra ha anch'essa «colpito con tasse aggiuntive per 1.000 miliardi imprese e cittadini, a fronte di sprechi e inefficienze di ogni genere in particolare nel settore sanità e nella gestione delle società partecipate».