Stazione e mobilità alternativa le questioni da risolvere
Naturalmente sarebbe azzardato concludere che questi episodi preludano ad un impoverimento dei servizi, o peggio ad una scelta di trasformare quella di Ascoli in una delle tante stazioni impresidiate che costellano il nostro territorio. Ascoli è città capoluogo e non v’è ragione di diffidare delle rassicurazioni forniteci dal gruppo Ferrovie dello Stato. Certo è che la decisione, probabilmente dovuta a difficoltà connesse alla gestione del personale, non mancherà di creare disagi a chi non avendo dimestichezza con carte di credito, internet, acquisti on line e macchine distributrici, sarà costretto a utilizzare altri punti vendita. Ma se è vero che da situazioni negative possono talvolta scaturire opportunità per costruire un futuro positivo, ritengo che questo episodio sia l’occasione utile per ripensare il ruolo della stazione ferroviaria e dell’ampio patrimonio circostante per Ascoli e il suo comprensorio e, più in generale, per lanciare veramente il ruolo del trasporto pubblico in città. La Provincia ha più volte manifestato la sua disponibilità a confrontarsi per far sì che una mobilità alternativa, basata sul mezzo pubblico e su quelli privati non inquinanti come le biciclette, trovi finalmente spazio anche nella città capoluogo. Abbiamo ribadito in diverse occasioni che siamo pronti a varare anche ad Ascoli (purtroppo senza alcun riscontro da parte del Comune) il progetto “C’entro in bici” che vede già sei Comuni di varie dimensioni della Provincia disporre con grande soddisfazione di speciali biciclette collocate all’uscita delle stazioni per consentire a chi arriva con il treno o l’autobus di spostarsi nel centro urbano con le due ruote. Così come abbiamo posto più volte il problema di favorire un reale servizio di coincidenze tra l’arrivo dei convogli ferroviari, soprattutto quelli che portano ad Ascoli i pendolari, e il servizio di trasporto pubblico in partenza dal piazzale della stazione. Direttamente invece la Provincia lavora su progetti strategici come la pista ciclopedonale sul Castellano o la valorizzazione per scopi sociali delle stazioni impresidiate: da tempo l’Ente coordina un tavolo composto dai Comuni interessati, dalla Regione e da RFI e da pochi giorni un protocollo d’intesa tra Regione e RFI mette sul piatto un milione di euro a cui si aggiungeranno le risorse degli enti locali, a cominciare dalla Provincia. E’ vero che questo progetto non contempla le stazioni dei capoluoghi ma ritengo doveroso che, nel caso di Ascoli, il Comune intervenga per proporre progetti analoghi per valorizzare gli ampi spazi inutilizzati. E sempre per quanto concerne Ascoli, ricordo che il progetto della metropolitana di superficie comprende anche l’elettrificazione della tratta Ascoli - Porto d’Ascoli: molto ci attendiamo dai fondi strutturali europei per la cui ripartizione è imminente la pubblicazione dei bandi regionali e la Provincia non si tirerà certo indietro qualora fosse richiesta una compartecipazione alla spesa. Siamo insomma convinti che Ascoli abbia enormi margini di miglioramento su questo fronte: ma è necessaria un’azione concertata e soprattutto convinta di Amministrazioni locali, società di gestione dei servizi pubblici, associazionismo e cittadini».