«Ipotizzato un consumo di 14.000 metri cubi di metano, 240.000 tonnellate di CO2 ogni anno»
«Ho letto sul sito della Provincia di Ascoli Piceno dell’avvio delle fasi per l’autorizzazione alla realizzazione di un impianto, cosiddetto di cogenerazione di 87 Megawatt elettrici avvero di 200 Megawatt di calore, da realizzarsi nei pressi della cartiera di Marino del Tronto, quando il fabbisogno di calore dell’azienda e 1/10 del calore prodotto. Posto che il dimensionamento proposto è compatibile con il PEAR, rilevo che appaiono utili alcune riflessioni di politica industriale, territoriale ed ambientale. La richiesta di autorizzazione è inoltrata da una società di partecipazione 100% svizzera, che ha un capitale di 120.000 euro, per un investimento che si avvicinerà ai 90 milioni di euro, quindi si può sospettare che l'obiettivo prioritario sia l'autorizzazione, soprattutto quando dice alla stampa che dopo l'autorizzazione essa coinvolgerà le imprese locali. Appare quindi opportuno che la Provincia non aggettivi con il termine "piccola" tale intervento ma che essendo l'Ente competente alle autorizzazioni provveda a condizionare la strategia. Una strategia appunto, che dovrebbe vedere una partecipazione della imprenditoria locale prima dell'autorizzazione ed eventualmente anche degli Enti, direttamente o tramite le proprie società strumentali, in un blocco societario che detenga la maggioranza delle quote e che quindi porti il territorio ad essere eventualmente protagonista di una scelta, se essa si ritiene strategica. Rimane poi da considerare l'aspetto della sostenibilità ambientale, che in questa fase storica deve essere comunque prevalente. Una centrale di cogenerazione a metano produce 2kg di CO2 ogni metro cubo di metano consumato, per 87MW si ipotizza un consumo di 14.000 metri cubi di metano ora, per 8.000 ore anno di funzionamento e per un totale di 120 milioni di metri cubi di metano determinano 240.000 tonnellate di CO2 emessa ogni anno. Come si fa a definire tale variazione “PICCOLA”? Appare chiaro le valutazioni attengono a diversi aspetti, ma un fatto è certo, occorre essere protagonisti del proprio sviluppo e della sostenibilità di quest’ultimo, e le imprese del territorio e gli Enti non possono consentire che ai vecchi saccheggi subentrino innovazioni tipologiche di saccheggio. Sarebbe utile valutare anche un’altra strategia con la finalità di ottimizzare la sostenibilità ambientale della produzione di energia, attraverso impianti di cogenerazione diffusi, di piccole dimensioni, ma soprattutto compatibili con il fabbisogno di calore delle aziende che ne usufruirebbero. Inoltre questa società fa richiesta di una autorizzazione sulla base di quale localizzazione e di quale titolo di possesso dell'area? Ha fatto richiesta al Consind dell'area oppure ha firmato un preliminare con qualche impresa locale proprietaria di un terreno utile alla iniziativa? E in questo caso, il Piceno Consind ne è a conoscenza e in che termini, viste le destinazioni d'uso variate e gli investimenti attivati da parte di altri soggetti imprenditoriali, che risultano alla luce dei fatti, di molto compromessi? Ultima riflessione è circa il “Ristoro Ambientale”, ossia un risarcimento alla popolazione nel cui territorio sono posti in essere impianti di questo tipo. Ad esempio il Comune di Termoli, per la localizzazione di una centrale, ha ottenuto dalla ditta “Sorgenia” un risarcimento di 4,5 milioni di euro e Bollette della luce scontate per i cittadini. Sono tutte queste riflessioni che mi hanno indotto a presentare una interrogazione consiliare al Sindaco, per sapere se la Provincia ha coinvolto il comune di Folignano nell’incontro che si è tenuto il 29 ottobre ed eventualmente quale posizione ha assunto, in quanto la popolosa frazione di Villa Pigna è molto più vicina al luogo dell’intervento rispetto alla città di Ascoli e pertanto il nostro territorio, nella denegata ipotesi che l’impianto si realizzerà, sarà quello che ne subirà il maggior impatto ambientale».