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ATO, tappa fondamentale per il futuro assetto idrico
Stracci: «Si tratta di un formidabile strumento di programmazione»
Approvato il documento di ricognizione di tutte le infrastrutture riguardanti il ciclo della acque esistenti nei 59 Comuni di competenza dell’ATO. Un atto dunque importante di quel percorso avviato con la legge Galli e diretto a migliorare la qualità del servizio idrico per cittadini, imprese ed enti pubblici. L’indagine, realizzata dai tecnici interni dell’ATO, sotto il coordinamento dell’ing. Polo Ziani esperto di fama europea e dell’ing. Michele Laorte direttore dell’Ente con la supervisione amministrativa del segretario generale dell’ATO dott.sa Serafina Camastra, è stato molto apprezzato dai sindaci del territorio che ora hanno finalmente a disposizione la mappa dettagliata, comune per comune, degli impianti idrici e delle acque reflue. Lo studio ha infatti avuto come oggetto sia la ricognizione delle infrastrutture (opere di presa, condotte, serbatoi, stazioni di sollevamento, impianti di trattamento ed epurazione) sia il censimento delle risorse idriche ad uso potabile. Passati in rassegna anche i dati relativi a tutte le utenze civili ed industriali (oltre 163mila) presenti nell’ambito. Un lavoro protrattosi per ben 2 anni che ha consentito di tracciare in modo completo ed esaustivo lo stato dell’arte di tutte le opere pubbliche che riguardano l’acquedottistica, l’adduzione, la fognatura e la depurazione. Non solo, tutti i dati e le informazioni raccolte sono state informatizzate creando una banca dati consultabile dai Comuni e in grado di essere aggiornata in maniera dinamica ed interattiva. «Si tratta di un formidabile strumento di programmazione a disposizione di enti e comuni per pianificare con razionalità gli investimenti idrici e programmare con efficacia la manutenzione ordinaria e straordinaria risparmiando risorse ed ottimizzando interventi e progettualità – ha spiegato il Presidente dell’ATO 5 Stefano Stracci – un lavoro poderoso, mai realizzato negli ultimi dieci anni che si pone come indispensabile veicolo di conoscenza per il governo del territorio e getta le basi per l‘approvazione da parte dell’ Assemblea dell’Ato nelle prossime settimane dell’affidamento “in house”, completando così un iter complesso che prevede, oltre la ricognizione delle infrastrutture, l’approvazione del piano d’ambito con il programma degli interventi, la definizione del modello gestionale organizzativo e, naturalmente, il piano economico finanziario».