Rifondazione: l'Alveare, al posto del miele il cemento armato

Rifondazione: l'Alveare, al posto del miele il cemento armato

«Ci aspettiamo chiarimenti in proposito dai consiglieri comunali dell’Alveare»

a vantaggio finalmente dello studio e della compilazione di un Piano Regolatore, ma cosa più grave, rinnega nella pratica i metodi, i valori e i propri ideali. «L’alveare è l’Ascoli Piceno della partecipazione» era lo slogan di presentazione nel 2004. Si chiedeva con ciò il ritorno ad una politica di ascolto, della trasparenza e della democrazia dal basso; una prassi che reclamava il rinnovamento della politica attraverso l’impegno in prima persona per offrire la possibilità di dare la voce a chi non ce l’ha. Voci che per l’occasione del contratto di quartiere di Monticelli non sono mancate nel manifestare il proprio dissenso (pensiamo ai numerosi cartelli esposti in consiglio dai residenti, molti dei quali  tappezzavano le mura esterne di palazzo dei capitani e ai fischi degli stessi al momento del voto). Nel giugno del 2004 l’Alveare ottenne un buon successo con il 6,3% di preferenze proprio grazie ai suoi slogan, ma adesso i suoi consiglieri, votando l’ennesima cementificazione in mano ai privati, non solo non hanno adempiuto al loro mandato elettorale, ma piuttosto hanno minato la possibilità per questa forza politica di presentarsi alle prossime elezioni con un messaggio di coerenza e di trasparenza. Rifondazione sperava in una posizione critica e compatta di tutto il centro sinistra rispetto a questo ennesimo comportamento arrogante dell’amministrazione Celani. Con quale chiave di lettura si deve interpretare adesso questa vicenda? Ci aspettiamo chiarimenti in proposito dai consiglieri comunali dell’Alveare, aspettiamo di sapere quali motivazioni di interesse pubblico hanno determinato il coinvolgimento nell’approvazione del contratto di quartiere per Monticelli. Valuteremo seriamente queste ottime ragioni per futuri eventuali accordi programmatici per l’amministrazione della città alle prossime elezioni politiche del 2009».