Da 355 passeranno a 250. Significa 7.912 tra assessori e consiglieri in meno
e che gli attuali 17.001, tra consiglieri e assessori di queste Comunità, si 'asciugheranno' di 7.912 unità, fino ad arrivare ad totale di 9.098 amministratori. I numeri sono stati forniti dal ministro degli Affari Regionali, Linda Lanzillotta, che oggi pomeriggio ha incontrato la stampa. I 9.098 tra consiglieri e assessori delle Comunità montane 'riviste e corrette' dalla Finanziaria, poi, dimezzeranno ulteriormente in seguito all'accordo di luglio tra il ministero e le Autonomie che prevede, tra l'altro, che entro tre mesi dal varo della Finanziaria le Regioni debbano almeno dimezzare gli amministratori delle Comunità montane, che quindi si ridurranno a 4.545. L'effetto di questi tagli, ha spiegato oggi il ministro,
unito ad una più rigorosa definizione del criterio di montanità - che fa sì che nessun comune sotto i 699 metri sulle Alpi o 500 metri sugli Appennini potrà far parte di comunità montane - porterà ad un risparmio quantificato in 66,8 milioni di euro, di cui 56 milioni dovuti alla riduzione dei costi della politica e altri 10 da mancati oneri amministrativi (costi del personale con contratti a termine e comandato). Anche grazie a questi risparmi, il governo può impegnare 50 milioni di euro per il 2008 per il Fondo per la Montagna e ne sono previsti 10 milioni annui sia per il 2009 che per il 2010. Altra novità illustrata oggi dal ministro Lanzillotta, riguarda 34 milioni di euro che verranno stanziati per le isole minori. I fondi, destinati a valorizzare e promuovere lo sviluppo sostenibile di queste isole, saranno destinati a finanziare interventi in materia di politica energetica, trasporti e concorrenza, per migliorane le condizioni, la qualità della vita e per far sì che le imprese insulari siano competitive. Tornando alle comunità montane, il ministro ha messo in guardia dal non confondere la 'montanita'' con le comunità
montane: la Finanziaria si limita a semplificare gli apparati politici e burocratici, ha spiegato, sarà la legge della montagna, in un secondo momento, a ridefinire i criteri di 'montanita' ". "Il governo ha portato in un anno il Fondo della montagna da zero a 50 milioni di euro - ha osservato il ministro - più
altri 20 milioni già stanziati per il prossimo biennio. Per le zone di montagna si tratta di una grande possibilità di rilanciare moderne politiche di sviluppo e garantire i servizi essenziali. Le risorse, nella Finanziaria 2008, sono state ottenute grazie ai risparmi derivanti dalla riduzione delle comunità montane. Se questa scelta dovesse essere messa in discussione - ha sottolineato - il rischio concreto è che si tolgano soldi alle politiche per la montagna e alla gente di montagna a favore di una ristretta burocrazia. Mi auguro che il parlamento si dimostri saggio e sappia resistere alle pressioni di queste ore". Lanzillotta ha ricordato che originariamente nella Finanziaria non c'era alcuno stanziamento per la montagna e, nella prima versione del Ddl, erano previsti solo 25 milioni di euro. "Non c'é alcun accanimento nei confronti delle comunità montane - ha chiarito - ma attuiamo un approccio obiettivo: ci
sono situazioni paradossali, moltiplicazioni dovute grazie ad una legislazione che finora non ha messo limiti". Troppi partiti e troppi posti da assegnare insomma, ha fatto intendere il ministro. "L'articolazione del sistema politico - ha concluso - finisce talvolta per trasformarsi in costi amministrativi, la rappresentanza viene ampliata da un sistema politico frammentato e questo comporta maggiore farraginosità nei processi decisionali e costi più alti".