Polo universitario, i dubbi del centrosinistra

Polo universitario, i dubbi del centrosinistra

«Dal marzo 2006 nessuna notizia. Il Polo Universitario è una chimera»

il volto della città nei prossimi due mesi, a partire dal Polo Universitario, e che avrebbe convocato  un consiglio comunale a settimana. Intanto trenta giorni sono passati e non è successo assolutamente nulla, tranne approvare tre delibere obbligatorie per legge in ben due consigli comunali. Per il resto vuoto ed immobilismo assoluto di una giunta, in cui si perde la calma, insieme alla faccia, e si aggrediscono i dirigenti. Il Polo Universitario è una chimera. Sono passati quasi 20 mesi da quando il Consiglio Comunale approvò le osservazioni al progetto presentato nel 2005, stravolgendolo completamente, tanto da farne un progetto ex novo (che doveva essere ripubblicato), grazie alle migliorie e alle modifiche positive apportate dall’Università di Camerino. Dal marzo 2006 nessuna notizia e nessuno ha visto il progetto modificato sia dall’Università  che dalla Provincia. Quest’ultima, perchè avrebbe dato un parere positivo quando molti sono gli aspetti tecnici, urbanistici ed economici che lasciano perplessi? Questo progetto strategico per la città è conservato gelosamente ed esclusivamente nelle mani del Sindaco, dei privati promotori, della Provincia e dell’Università.  E tutto è passato sopra la testa del Consiglio Comunale, reso ignaro del percorso progettuale dopo l’approvazione delle osservazioni. Alla faccia della partecipazione e “della frontiera della democrazia” e della trasparenza amministrativa tanto sbandierata  dalle Istituzioni. Si vocifera di volumetrie, superfici utili, di altezze, di parcheggi insufficienti, di proprietà immobiliari. Ma esiste l’interesse pubblico?? Ora la Provincia ha accolto positivamente il nuovo progetto con delle prescrizioni che oggi appaiono decisive e utili per la soluzione di alcuni aspetti tecnici ed economici. Al punto che il Sindaco, dalle pagine del Bollettino Comunale,  ringrazia pubblicamente la Provincia per “..l’intesa raggiunta”. Ma la Provincia non deve dare solo un parere di conformità alle norme? Su che cosa si è mediato? Le famose minori altezze non riducono affatto le superficie calpestabili (quelle che si vendono realmente) ma vengono solo ridotte le altezze tra i solai. La volumetria può anche essere stata ridotta ma quello che conta è la superficie di proprietà privata e il relativo numero di studenti-abitanti insediabili. Il progetto di recupero del Palazzo Sgariglia non è ancora stato approvato dalla Soprintendenza Architettonica delle Marche, e, quindi, non se ne conosce la fattibilità tecnica. Ridicola la rassicurazione del Sindaco circa la carenza dei parcheggi. Dove mai li potrà reperire in Viale della Rimembranza, in Via Falcone e Borsellino? E la viabilità? Quante macchine in più transiteranno su Via Ricci e dintorni? La Provincia, con grande gioia dei privati, avrebbe sdoganato anche la proprietà degli alloggi destinati agli studenti. Alloggi che non rimarrebbero di proprietà dell’ente pubblico, ma dei soggetti privati costruttori, i quali, a loro volta, possono venderli ad altri soggetti mantenendo la specifica destinazione!!! Ma allora gli studenti dovranno vendere i loro appartamenti una volta che si saranno laureati. Ma che razza di vincolo è? Ed, infine, dov’è l’interesse pubblico in tutta questa faccenda?? Il piano economico-finanziario è sicuramente e largamente conveniente per il Promotore e non appare altrettanto conveniente per il Comune il quale: si priva di palazzi come lo Sgariglia e dell’ex Dispensario (ad integrazione del prezzo), cede 8 milioni di euro, permettere la costruzione di nuove volumetrie private e la possibilità di venderle con un vincolo di destinazione risibile. Ma oggi, dopo 8 anni di tempo perso dietro a procedure pasticciate e a presunte mediazioni, le esigenze e i bisogni dell’Università e della città sono gli stessi? Quante occasioni sono state perse, a causa della carenza di spazi didattici? Bell’affare!! Ma non per la città e per il potenziamento dell’Università nel Piceno che, al contrario, è stata depotenziata a causa degli ingiustificati ritardi del Comune».