«Manca un'idea di programmazione di coesione sociale tra i residenti»
In primo luogo è falso che Folignano aspettava il Piano Regolatore per costruire. In realtà il Comune, con il vecchio Piano di Fabbricazione, nell’ultimo trentennio, da 2.500 abitanti, ha raggiunto agli attuali 10.000. Il nuovo Piano sarebbe servito appunto a armonizzare lo sviluppo con le sopraggiunte necessità di carattere socio culturale ed economico. La genericità delle notizie sullo strumento urbanistico, apparse sulla stampa, evidenziano l’approssimazione, quindi l’insufficienza, della programmazione della crescita del nostro territorio. Si parla di 130 case popolari per 130 famiglie. Non si dice però se le realizza il Comune, i privati oppure altro Ente Pubblico e non si dice se saranno vendute, assegnate in locazione agevolata o in godimento a diverso titolo. Inoltre la frazione di Piane di Morro è esclusa da questo investimento. Di scuole elementari e materne ne è prevista solo una a Folignano Capoluogo, ma la sua infelice ubicazione fa si che si potrà realizzare una struttura assolutamente insufficiente in relazione all’incremento demografico previsto, e nulla si prevede per la scuola media. Circa l’annunciato centro per residenza di anziani, si omette di dettagliare che esso sarà di proprietà di un istituto privato e, ad oggi, a Folignano sono pochi gli anziani che, con la loro pensione, possono pagarsi le rette per essere ospitati presso strutture di questo tipo. Stessa riflessione per la piscina coperta, la quale sarà realizzata sul suolo pubblico da privati, con risorse economiche di quest’ultimi, i quali stabiliranno ed incasseranno il pagamento delle somme da applicare ai cittadini che vorranno frequentare la struttura. In ultima analisi, il Piano è carente della previsione dei principali servizi funzionali ad uno sviluppo ed incremento demografico di 4.000 persone in un territorio. In primo luogo emerge chiaramente la assenza della previsione di sviluppo di servizi a Piane di Morro, dove già oggi duemila residenti lamentano l’assenza di una farmacia, di uno studio medico per la medicina di base, di un ufficio postale o di una succursale di una banca, lamentano la carenza di servizi commerciali (negozi) proprie di un centro urbano, ma sopratutto la scarsissima offerta di servizio pubblico di trasporto, quest’ultima vale anche per Case di Coccia e per il capoluogo. Oggi è così, e nel piano che prevede il raddoppio di residenti nella frazione, nulla si prevede per sopperire alle già pesanti carenze. Manca del tutto, in tutto il territorio, una idea di programmazione di coesione sociale tra i residenti ed i quattromila nuovi cittadini che arriveranno, quindi le relative strutture dove realizzare progetti di socializzazione, soprattutto per i giovani, abituali frequentatori dei bar. Questo problema esiste già oggi, in quanto il forte incremento dell’ultimo trentennio ha fatto si che, per molti aspetti, diversi quartieri del comune, ancora oggi, sono quartieri dormitorio e a quanto pare, non si fa tesoro degli errori del passato. Sono anche queste le motivazioni che mi hanno indotto a presentare la mozione di variante al vigente Piano Regolatore e mi auguro che la maggioranza di centro destra, al prossimo consiglio comunale del 27 settembre, accolga tale proposta e voglia condividere le soluzioni da prospettare per sopperire, tra l’altro, alle evidenziate insufficienze dello strumento urbanistico».